
Nutri3d, gli alimenti ad alto valore nutrizionale si stampano «su misura»
Alimenti sostenibili stampati in 3d: l’innovazione tecnologica entra nel food spaziando dalle barrette multistrato alle “perle di miele”. Il progetto che punta a offrire soluzioni alimentari su misura con prodotti ad alto valore nutrizionale si chiama Nutri3d ed è condotto dai ricercatori dell’Enea con le aziende Rigoni di Asiago ed EltHub (coordinatore) e il supporto del Centro di Ricerca Crea – Alimenti e Nutrizione (e inizialmente ha collaborato l’azienda G&A Engineering)
In questo ambito i ricercatori dell’Enea hanno «sviluppato ingredienti e vere e proprie ricette per barrette, snack innovativi e piccole sfere ad alto valore aggiunto, le “perle di miele”, ottenuti anche da colture cellulari e residui agroalimentari, come quelli che derivano dalla lavorazione della frutta».
Per valutare l’indice di gradimento tra i consumatori è stato realizzato anche uno studio (pubblicato sulla rivista Innovative Food Science & Emerging Technologies) che, sottolineano all’Enea, «ha evidenziato un crescente interesse verso questi prodotti innovativi, confermando il potenziale della stampa 3D nel futuro dell’alimentazione».
«I nostri studi- dice Simona Errico, ricercatrice del laboratorio di Bioeconomia Circolare Rigenerativa nel Centro Enea della Trisaia – hanno rivelato che le ‘perle’ addizionate con cellule vegetali hanno una migliore consistenza e una maggiore succosità, rendendole più gradite ai consumatori».
Dallo studio è, poi, emerso anche un interesse crescente. «L’impatto dei cambiamenti climatici e la scarsità di nuove superfici coltivabili renderanno sempre più difficile garantire alimenti vegetali di qualità – dice Silvia Massa, responsabile scientifico del progetto Nutri3D – . In questo scenario, l’individuazione di sistemi produttivi e di manufacturing innovativi e alternativi (tra cui la stampa 3D) si configura come un approccio strategico per produrre cibi sostenibili e utili al benessere della popolazione, anche a partire da residui agroalimentari, contribuendo così a una dieta sana e sicura. Tali alimenti potrebbero trovare applicazione personalizzata anche nelle missioni spaziali». Una sfida importante, come rimarcano i ricercatori, dato che entro il 2025 «il mercato della stampa 3D alimentare raggiungerà un valore di 360 milioni di euro, una crescita trainata dalla necessità sempre più urgente di nutrire una popolazione mondiale che, secondo le Nazioni Unite, supererà i 12 miliardi entro il 2100, con un impatto crescente su risorse naturali, aria e acqua, soprattutto nei Paesi emergenti».
Fonte: Il Sole 24 Ore