
Obiettivi possibili con i fondi europei
Nel corso degli anni l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone ha assunto un ruolo centrale nel dibattito culturale e politico. La qualità della vita è un concetto multidimensionale. Include fattori come la salute, l’istruzione, la qualità dell’ambiente, l’accesso alla cultura, l’equità sociale, la sicurezza e la partecipazione. Per sperimentare una elevata qualità della vita non basta disporre di un reddito sufficiente o accedere a beni materiali, ma occorre vivere in società capaci di promuovere il benessere individuale e collettivo, in equilibrio con l’ambiente.
Tuttavia, è evidente che la crisi climatica, la perdita di biodiversità e l’inquinamento, ma anche le crescenti disuguaglianze tra ricchi e poveri, tra Nord e Sud, tra centri e periferie, tra giovani e anziani, per non parlare dei fattori “esogeni” come le tensioni geopolitiche, minacciano le fondamenta su cui costruiamo le nostre vite.
In questo contesto, il quinto Rapporto sui territori dell’Asvis, presentato il 13 dicembre al Cnel, offre una fotografia dettagliata dello stato dei territori italiani (regioni, province, città metropolitane) rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). Attraverso circa 100 indicatori elementari e indici compositi, il Rapporto analizza il periodo 2010-23, evidenziando progressi, criticità e persistenti divari territoriali. Il quadro che ne emerge è complesso e diverso dallo stereotipo che si concentra sulle distanze Nord-Sud: infatti, mentre molte regioni registrano miglioramenti significativi in settori come l’istruzione (Sdg 4), si hanno peggioramenti diffusi in ambiti quali la povertà (Sdg 1), l’accesso all’acqua (Sdg 6), la qualità degli ecosistemi terrestri (Sdg 15) e la giustizia e le istituzioni (Sdg 16). Ovviamente, le disuguaglianze Nord-Sud restano marcate, ma significative sono anche le differenze all’interno delle diverse ripartizioni territoriali.
Il Rapporto analizza la capacità di Regioni, Province autonome e città metropolitane di conseguire gli obiettivi quantitativi contenuti in strategie e piani ufficiali europei e nazionali, presentati per il livello nazionale nel Rapporto Asvis 2024. Tra le migliori troviamo Lazio, Umbria, Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Trento, in grado di raggiungere 12 obiettivi su 28. Al contrario, molte Regioni del Mezzogiorno si fermano a 4-6 obiettivi raggiungibili. Tra i territori più in difficoltà da questo punto di vista figurano la Provincia autonoma di Bolzano, il Veneto, il Molise, la Campania, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna.
Anche le città metropolitane riflettono una serie di disuguaglianze. Firenze, Milano, Roma e Cagliari si distinguono con risultati migliori, essendo in grado di raggiungere 6-8 obiettivi, mentre Napoli, Reggio Calabria, Palermo e Catania si fermano a due.
Fonte: Il Sole 24 Ore