
Oggi al via l’esercitazione nucleare Nato: cosa succede
In uno dei momenti più difficili nel rapporto tra Nato e Russia, l’Alleanza atlantica mostra i muscoli. E lo fa con un’esercitazione nucleare, che ha preso il via lunedì 13 ottobre. Appuntamento annuale, nome in codice “ Steadfast Noon”, l’operazione ha l’obiettivo di verificare che la macchina sia ben oliata: operazione dunque di routine, come ci tengono a sottolineare al comando, che serve però al contempo per lanciare «un chiaro segnale ai potenziali avversari». «Possiamo e vogliamo difendere ogni alleato da ogni possibile minaccia», ha chiarito il segretario generale Mark Rutte dalla base olandese di Volkel.
Gli alleati coinvolti nelle esercitazioni sono 14
I Paesi Bassi, infatti, sono quest’anno il Paese ospite. In tutto 14 alleati prenderanno parte alle esercitazioni, tra i quali l’Italia: ogni capitale sceglie come partecipare, hanno spiegato alla Nato declinando di esplicitare i vari contributi nazionali. Quel che si sa è l’aggregato: in tutto 71 aerei, di 13 tipi diversi, compresi i jet dual use capaci di portare le armi nucleari. Circa 2000 persone saranno coinvolte, incluso lo staff di terra.
Nessun utilizzo di armi vere
Ma, cosa importante, non saranno usate armi vere. Le bombe atomiche, insomma, non lasceranno mai i silos. «Una parte importante dell’esercitazione si concentrerà sull’elemento terrestre della protezione di queste armi», ha chiarito Daniel Bunch, Capo delle operazioni nucleari della Nato presso il comando supremo (Shape). Saranno quindi prese in considerazione «minacce diverse» – la mente corre subito alle incursioni di droni non identificati in mezza Europa – da cui gli uomini e le donne della Nato dovranno difendersi con attenzione e precisione, dato che stiamo parlando di «risorse che richiedono la massima sicurezza e protezione».
L’area interessata è il Mare del Nord
Steadfast Noon durerà per due settimane e si concentrerà nel Mare del Nord, con assistenza fornita da basi in Belgio, Regno Unito e Danimarca. Naturalmente Mosca osserverà con molta attenzione ciò che farà la Nato nelle prossime settimane. «Lo diamo per scontato», ha confidato il direttore della politica nucleare della Nato Jim Stokes. Motivo in più per essere trasparenti (basta ricordare che sino a 4 anni fa persino il nome dell’esercitazione era classificato). «C’è anche un’opinione pubblica globale più ampia e siamo consapevoli che a volte ci sono forse delle critiche su ciò che facciamo», ha aggiunto Stokes. «Ma vogliamo essere sicuri che la gente capisca che siamo un’alleanza nucleare responsabile: non agiamo in modo aggressivo, non usiamo una retorica nucleare irresponsabile».
Fonte: Il Sole 24 Ore