Ok del Governo a ddl su valutazione performance e sviluppo carriera nella Pa

Ok del Governo a ddl su valutazione performance e sviluppo carriera nella Pa

Nuove regole per misurare e valutare performance e sviluppo di carriera nella Pa. È terminata dopo circa mezz’ora a palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei ministri. All’ordine del giorno della riunione il disegno di legge sul “rendiconto generale dell’amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2024”; il disegno di legge recante “disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2025”. Ok al ddl con “disposizioni in materia di sviluppo della carriera dirigenziale e della valutazione della performance del personale dirigenziale e non dirigenziale delle pubbliche amministrazioni”.

Pa: ministero, ok definitivo Cdm a ddl valutazione performance e sviluppo carriera

«Via libera definitivo nella seduta odierna del Consiglio dei ministri al disegno di legge in materia di misurazione e valutazione della performance e sviluppo di carriera». È quanto ha comunicato il ministero della Pubblica amministrazione, ricordando che il provvedimento già approvato in sede preliminare lo scorso 13 marzo ha acquisito, il 12 giugno, il parere favorevole della Conferenza unificata. «Con il passaggio definitivo in Consiglio dei ministri del disegno di legge sul merito segniamo un ulteriore passo avanti nell’iter di questo provvedimento, che ora verrà esaminato dal Parlamento», ha affermato il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, a margine del Consiglio dei Ministri odierno.

Il decreto flussi

All’esame del governo anche un decreto flussi con cui vengono definite le quote di ingressi dei migranti regolari. Il Dpcm dovrebbe consentire consentire 500mila arrivi per il triennio 2026-2028, 164.800 ingressi l’anno tra lavoratori stagionali e non, colf e badanti.

Le quote preferenziali

Secondo le anticipazioni circolate prima della riunione dell’esecutivo, Le quote preferenziali saranno riservate «ai lavoratori di Stati che, anche in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche aventi ad oggetto i rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari, conformemente ad accordi o intese comunque denominati conclusi in materia con l’Italia, commisurando tali quote agli ingressi effettivamente avvenuti a tale titolo nel triennio precedente».

Fonte: Il Sole 24 Ore