Olio di oliva troppo caro? Il Governo spagnolo azzera l’Iva

Olio di oliva troppo caro? Il Governo spagnolo azzera l’Iva

Il Governo spagnolo ha deciso di abolire l’Iva sull’olio d’oliva, il cui prezzo è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni, a causa della forte riduzione dei raccolti, in un contesto di estrema siccità.

La novità – che sarà adottata martedì 25 giugno in Consiglio dei ministri – scatterà a partire dal mese di luglio. Il regime cui farà ricorso il Governo è quello previsto per i prodotti essenziali come pane, frutta e verdura che beneficiano di una aliquota strutturale super-ridotta al 4%; ma in tempi di inflazione elevata, come quello attuale, il tasso può essere ridotto a zero.

«Si tratta di una magnifica notizia per tutti gli spagnoli», ha commentato la portavoce del governo Pilar Alegría, in un’intervista al canale televisivo Antena 3. «Oltre a sollevare i portafogli degli spagnoli – ha spiegato – questa misura permetterà di sostenere il settore olivicolo e di continuare a stimolare il consumo di un prodotto così importante per il nostro Paese».

La Spagna fornisce quasi il 50% dell’olio d’oliva mondiale (le stime sono del Consiglio oleicolo internazionale, che ha sede proprio a Madrid) e rappresenta – insieme con la Grecia – il principale consumatore mondiale di questo prodotto, con quasi 14 litri per abitante l’anno.

Il Governo spagnolo aveva già ridotto l’aliquota Iva sull’olio d’oliva dal 10% al 5% nel 2023, per combattere l’aumento dei prezzi alimentari, ma questo provvedimento non ha prodotto i risultati sperati. Negli ultimi tempi il prezzo è infatti aumentato vertiginosamente: il mese scorso l’olio d’oliva era più caro del 63% rispetto a maggio 2023 e tre volte più caro rispetto a gennaio 2021. Fenomeni che trovano una spiegazione nel drastico calo della produzione spagnola nelle stagioni 2022-2023 e 2023-2024, a causa delle ondate di caldo estremo e della mancanza di precipitazioni di cui ha sofferto il Paese, l’Andalusia in particolare. Nel 2022-2023 la produzione si è fermata a 660mila tonnellate, rispetto a 1,48 milioni di tonnellate nel 2021-2022 e per la stagione in corso il ministero dell’Agricoltura stima che non dovrebbe superare le 850mila tonnellate.

Fonte: Il Sole 24 Ore