Oltre gli indossabili: AI e realtà aumentata per il benessere del futuro

Oltre gli indossabili: AI e realtà aumentata per il benessere del futuro

Anche all’ultima edizione di RiminiWellness, la manifestazione internazionale dedicata a fitness, sport e benessere ha confermato come l’innovazione tecnologica sia ormai parte integrante della cura della salute e come intelligenza artificiale e la realtà aumentata stiano rendendo le pratiche di allenamento sempre più personalizzate. Qualche esempio? La startup genovese Real Move ha dato vita a un sistema di motion capture che sfrutta telecamere e algoritmi per rilevare e visualizzare a schermo i movimenti corporei, garantendo la possibilità di partecipare a sessioni di allenamento interattive, a casa o in palestra, con il supporto di trainer virtuali che forniscono feedback in tempo reale per la correzione sulla postura. Il suo principale plus? Elimina la necessità di indossare un vero e proprio dispositivo digitale per il tracciamento della propria attività fisica. Tepy, invece, è un’applicazione basata su intelligenza artificiale progettata per il trattamento dei dolori muscoloscheletrici e in grado di proporre esercizi su misura in caso di dolore fisico, mentre Move&Fit, sviluppata dalla forlivese Move&Fell, è una soluzione indossabile basata su sensori capace di feedback aptico che consente di allenarsi in ambienti virtuali in modo immersivo e realistico, miscelando i concetti di motivazione e divertimento e rendendo l’allenamento più coinvolgente e accessibile.

La categoria di accessori che più stanno incontrando il favore degli appassionati di fitness e degli adepti del wellness rimane al momento quella dei classici wearable, e quindi tracker, smartwatch e apparecchi intelligenti di vario genere, in grado di misurare non solo le performance fisiche in tempo reale ma anche di raccogliere ed elaborare dati utili ad ottimizzare l’attività fisica e a migliorare la salute complessiva. Grandi nomi dell’universo tech e grandi specialisti di questo settore (da Samsung ad Apple passando per Fitbit e Garmin ai marchi cinesi come Hauwei, Xiaomi e Amazfit fino a brand europei come Suunto e Polar) garantiscono una varietà di acquisto molto ampia, lasciando all’utente il compito di valutare (oltre alla componente estetica, sempre e comunque soggettiva, e al fattore prezzo) una serie di variabili che riguardano essenzialmente la sfera tecnica. Il controllo della frequenza cardiaca, delle calorie bruciate, la funzione ECG (elettrocardiogramma) e il livello di ossigenazione del sangue sono ormai standard e anche feature più avanzate come l’analisi del recupero muscolare e il coaching virtuale pilotato dall’intelligenza artificiale sono presenti su molti device. Come scegliere allora quello “perfetto” per le proprie esigenze? Valutando i pro e contro delle varie tipologie di prodotti presenti sul mercato e considerando una serie di fattori (dallo sport praticato al livello desiderato dei dati raccolti fino al budget di spesa a disposizione) che possono condizionare la decisione. I fitness tracker, in quest’ottica, sono il punto di partenza ideale per chi desidera monitorare la propria attività quotidiana con semplicità e a costi contenuti. Offrono funzionalità base come il conteggio dei passi e il monitoraggio dei battiti e delle calorie bruciate risultando particolarmente utili per chi vuole tenere sotto controllo il proprio benessere con uno strumento discreto, con la possibilità di salire di prestazioni nei modelli pensati ad hoc per discipline specifiche come corsa, nuoto o ciclismo; per contro, pagano dazio in fatto di versatilità e per la necessità di ricorrere allo smartphone per controllare i dati. Gli smartwatch, invece, hanno dalla loro il pregio di combinare connettività e monitoraggio avanzato dello status fisico ma anche quello di ricevere e rispondere a notifiche, gestire chiamate, leggere e-mail e messaggi, operando da vera e propria estensione del telefono. Chi cerca funzionalità avanzate le trova (sui modelli premium) in metriche di allenamento approfondite, strumenti come altimetro e bussola e funzioni di navigazione GPS avanzate. Costano però di più (anche sensibilmente) rispetto ai braccialetti intelligenti e solo in alcuni casi vantano un’autonomia a lunga durata. Infine, gli smart ring, gli ultimi nati (per il momento) del panorama wearable: i loro pregi ruotano intorno a comfort di utilizzo e monitoraggio continuo della salute mentre i loro difetti (l’accuratezza delle rilevazioni non è sempre accuratissima) riflettono la natura di gadget tech giovane e ancora in evoluzione. Formati e capacità a parte, la direzione di sviluppo di questi oggetti è in ogni caso tracciata e abbraccia da una parte il ruolo sempre più pervasivo dell’AI per effettuare analisi dei dati ancora più dettagliate e dall’altra l’integrazione con app di realtà aumentata per creare esperienze di allenamento sempre più immersive. Per avere al polso o al dito funzionalità di monitoraggio della salute mentale, invece, c’è ancora un po’ di tempo.

Fonte: Il Sole 24 Ore