
Oltre le dune del deserto, Shura Island apre le porte del suo arcipelago incontaminato
Antiche tradizioni che convivono con città cosmopolite e all’avanguardia, paesaggi inaspettati che alternano alle dune del deserto un sorprendente mondo marino tutto da scoprire e ai più sconosciuto. In una parola l’Arabia Saudita che ha iniziato ad aprire al turismo nel 2019 sotto la guida del principe ereditario Mohammed bin Salman Al Sa’ud, che ha promosso l’apertura come parte del suo piano di riforme “Vision 2030”. Tra i suoi plus una costa (quella occidentale) che si estende per oltre 1.800 chilometri, lambita dalle acque turchesi del Mar Rosso saudita. Qui, tra barriere coralline intatte, spiagge dorate e paesaggi da sogno, il viaggio si trasforma in una esperienza autentica ed indimenticabile. Le possibilità sono numerose: dalle immersioni allo snorkeling, dagli sport acquatici più adrenalinici alle passeggiate a cavallo sulla sabbia, fino ai soggiorni nei resort di lusso che punteggiano la costa. La destinazione turistica è suddivisa in tre grandi regioni: il nord, con località turistiche di punta come Neom, Sindalah e Amaala; il centro con Jeddah, città dinamica che offre un perfetto equilibrio fra tradizione – i vicoli di Al Balad sono riconosciuti Patrimonio Unesco – e modernità e il sud con lo spettacolare arcipelago delle isole Farasan.
The Red Sea
All’interno di un arcipelago di 92 isole vergini circondate da acque cristalline, antichi vulcani dormienti, imponenti dune desertiche e vaste formazioni rocciose sedimentarie che nascondono storie millenarie, c’è Shura Island, centro nevralgico del “The Red Sea project”, l’innovativa destinazione turistica di Red Sea Global (RSG) sulla costa occidentale dell’Arabia Saudita, al largo della costa tra le città di Umluj e Al-Wajh. Porta d’accesso alle meraviglie naturali dell’Arabia Saudita, The Red Sea si trova al crocevia tra Europa, Asia, Africa e Medio Oriente per 28.000 km² su un territorio incontaminato e sta ridefinendo gli standard del concetto di turismo marittimo di lusso. Dopo le aperture dei primi cinque brand ( Six Senses Southern Dunes, The Red Sea; Nujuma, a Ritz-Carlton Reserve; Shebara; Desert Rock Resort; The St. Regis Red Sea Resort) da qualche settimana a Shura Island son arrivate altre tre importanti catene dell’ospitalità di lusso (SLS Red Sea, The Red Sea EDITION e InterContinental The Red Sea Resort) e un avveniristico campo di golf, Shura Links, primo campo da golf insulare dell’Arabia Saudita.
Coral Bloom
Dalla ricca barriera corallina che circonda l’arcipelago prende ispirazione Coral Bloom, il progetto firmato dal celebre studio di architettura londinese Foster + Partners che nell’autunno 2026 vedrà la sua completa realizzazione quando Shura Island ospiterà in totale 11 resort di fama mondiale, che apriranno progressivamente nei prossimi mesi. Oltre a quelli già presenti entro i prossimi mesi arriveranno Faena, Fairmont, Four Seasons, Grand Hyatt, Jumeirah, Miraval, Raffles e Rosewood. Oltre ai resort, a Shura Island saranno realizzate una collezione di residenze esclusive. Le prime proprietà disponibili saranno pronte per la consegna entro la fine del 2025. I residenti avranno accesso a tutte le attrazioni dell’isola. Nel 2030 Red Sea comprenderà 50 resort, oltre 8.000 camere d’albergo e oltre 1.000 proprietà residenziali, completati da porti turistici di lusso, campi da golf e strutture ricreative. Al fine di preservare gli ecosistemi delicati della destinazione, il numero di visitatori ammessi è limitato a non più di un milione all’anno per The Red Sea (500.000 ad AMAALA, l’altra destinazione del Paese) Si potrà raggiungere Shura via mare, attraccando alla marina, oppure attraversare in veicolo elettrico il suggestivo ponte di 3,3 km di Shura, il più lungo ponte interno dell’Arabia Saudita. Da lì ci si immergerà in un mondo di lagune turchesi, spiagge incontaminate e altissima ospitalità.
La natura al centro
The Red Sea è stata progettata con la natura al centro. Rigidi standard costruttivi guidano ogni decisione, dalla selezione dei materiali all’uso dell’energia. In questo modo, non solo si protegge l’ecosistema locale, ma si vuole contribuire alla sua prosperità nel tempo. La destinazione è alimentata al 100% da energia rinnovabile, con un risparmio di quasi mezzo milione di tonnellate di emissioni di CO2 nell’atmosfera ogni anno; sono previsti progetti di ripristino dei coralli e sforzi di rimboschimento delle mangrovie per rivitalizzare ecosistemi costieri critici. Non sono previsti sport acquatici motorizzati, evitando inquinamento acustico e disturbo della fauna marina. Gli ospiti possono esplorare il Mar Rosso Saudita nel rispetto del suo delicato equilibrio facendo escursioni in kayak tra le mangrovie, paddleboard sulle acque turchesi o immergendosi fra incontaminate barriere coralline.
Un ecosistema di specie rare
Un vero e proprio santuario sottomarino. Così si presenta il Mar Rosso saudita, un ecosistema che ospita oltre 1.200 specie di creature marine affascinanti, 300 specie di coralli e circa il 15% delle specie ittiche rare. Pesci dai colori sgargianti, tartarughe marine e coralli rendono un’esperienza unica ogni immersione sott’acqua. Grazie alla temperatura costantemente calda dell’acqua durante tutto l’anno, e ai cinquecento punti di immersione, l’Arabia Saudita sta rapidamente emergendo come una delle nuove destinazioni di riferimento per gli amanti del mare e delle attività subacquee.
Fonte: Il Sole 24 Ore