Onu: gli impegni sul taglio dei gas serra non bastano
A Kingston, capitale della Giamaica, le autorità aspettano con rassegnazione l’impatto dell’uragano Melissa, che si annuncia come la tempesta più forte che abbia mai colpito l’isola. Il primo ministro, Andrew Holness, ha alzato le mani: «Nella regione non esiste alcuna infrastruttura in grado di resistere a un uragano di categoria 5». A migliaia di chilometri di distanza, le scuole delle località indiane che si affacciano sul Golfo del Bengala sono state evacuate, in vista dell’arrivo del ciclone Montha.
Ancora un balzo di migliaia di chilometri, fino a New York, dove le Nazioni Unite martedì 28 ottobre avvisano che eventi estremi, come Melissa e Montha, sono destinati a diventare sempre più frequenti. Gli impegni presentati dai Paesi per ridurre le emissioni di gas serra, che alimentano le alterazioni climatiche, sono «molto lontani dal necessario».
Troppo poco, troppo lenti
Nel Rapporto di sintesi sugli impegni nazionali (Ndc) presi finora, si prevede che le emissioni inquinanti scenderanno di appena il 10% entro il 2035, rispetto ai livelli del 1990. È la prima volta che le Nazioni Unite prevedono una diminuzione, ma non basta. Il Panel intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) ha calcolato che serve un taglio del 60%, per contenere l’aumento delle temperature globali entro 1,5° centigradi, la soglia più sicura indicata dalla scienza e recepita nell’Accordo di Parigi del 2015.
A pochi giorni dall’apertura della Conferenza mondiale sul clima, la Cop30 in Brasile, solo 64 dei quasi 200 Stati firmatari hanno presentato nei tempi stabiliti (il termine è scaduto il 30 settembre) i propri Ndc aggiornati. Un obbligo da rispettare ogni cinque anni, sebbene non sia accompagnato da sanzioni.
La stima sul calo delle emissioni, elaborato dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), include le deludenti promesse (non ancora formali) della Cina, di riduzione del 7-10% entro il 2035, e la ancor più deludente dichiarazione d’intenti dell’Unione Europea (tagli tra il 66 e il 72,5% rispetto al 1990), che a sua volta non è riuscita a presentare un Ndc a causa dello sgretolamento del consenso sul Green Deal. Il documento è atteso per il 4 novembre.
Fonte: Il Sole 24 Ore