Ops Unicredit su Banco Bpm: il conto alla rovescia per l’offerta pubblica di scambio

Ops Unicredit su Banco Bpm: il conto alla rovescia per l’offerta pubblica di scambio

Il risiko bancario italiano si avvia verso una settimana cruciale e ricca di appuntamenti, per alcune delle operazioni attualmente in corso. E’ il caso dell’offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco Bpm, ancora alle prese con nodi irrisolti. Tra i paletti del golden power, alcuni dei quali molto spinosi come la completa uscita di Unicredit dalla Russia, una sospensione di 30 giorni per fare chiarezza, il ricorso al Tar ed i rilievi dell’Ue sui poteri speciali, l’operazione messa in campo da Andrea Orcel per conquistare Bpm ha avuto un percorso a dir poco complicato. L’offerta pubblica di scambio, annunciata a novembre del 2024 e partita effettivamente ad aprile scorso, si avvia verso la conclusione con una percentuale molto risicata di adesioni pari allo 0,233%.

A tre giorni di Borsa aperta dalla chiusura del periodo di adesione, il cui termine è fissato per mercoledì 23 luglio, dal quartier generale di Unicredit non arriva nessun segnale su eventuali decisioni.

La partita è nelle mani di Orcel, a lavoro con uno stretto gruppo di collaboratori e legali della banca, che farà il punto della situazione con il consiglio di amministrazione per decidere le prossime mosse. Sembra ormai sfumata l’ipotesi di un Cda straordinario, sulla cui convocazione circolano indiscrezioni da giorni, mentre appare molto più concreta l’ipotesi che dell’operazione se ne discuta nel consiglio già fissato per il 22 luglio che ha all’ordine del giorno i conti del primo semestre.

Anche la possibilità di un ulteriore rinvio della data di scadenza da parte della Consob ha una percentuale molto bassa. Su questo tema il presidente dell’Autorità, Paolo Savona, in occasione dell’audizione alla Commissione d`inchiesta del Senato sul sistema bancario, finanziario e assicurativo, è stato molto chiaro. “Stiamo studiando se abbiamo poteri, di fronte a una situazione che non è ancora chiarita, se abbiamo ancora poteri di poter concedere altro. La prima risposta che abbiamo è che non è così però se dall`analisi giuridica emerge che li abbiamo, allora eserciteremo questi poteri”, ha affermato Savona.

Fonte: Il Sole 24 Ore