Orsini, dazi Usa al 30%? Con euro forte che vale il 13% arriviamo al 43%

Orsini, dazi Usa al 30%? Con euro forte che vale il 13% arriviamo al 43%

Dazi al 30% avrebbero un impatto economico di 37,5 mld; se fossero al 20% l’impatto sarebbe di 27,6 miliardi, al 15% di 22,6 miliardi e infine al 10% 17,6 miliardi. Sono le stime indicate dal presidente di Confindustria Emanuele Orsini al convegno NucleareFuturo alla Camera. L’Ue «deve agire velocemente, non possiamo pensare di essere competitivi se le altre economie corrono diversamente. L’Europa deve darsi una mossa, una svegliata, oggi non c’è più tempo».

«Non si può parlare solo di dazi ma del costo dell’euro e dei dazi. A fronte di eventuali tariffe Usa al 30% che varrebbero per l’Italia 37,5 miliardi di euro dobbiamo sommare il peso del cambio dell’euro sul dollaro il cui costo è del 13%, arriveremmo così al 43%. Per noi il cambio è già un dazio» ha ribadito il presidente di Confindustria.

Orsini: facciamo capire agli Usa che il cambio è già un dazio

Orsini ha spiegato che, dopo la lettera di Trump, si sarebbe aspettato che l’Ue facesse almeno la convocazione del voto del Mercosur, che può portare 5-6 miliardi. «Bisogna aprire nuovi sbocchi e il Paese deve correre più velocemente», con investimenti in ricerca e sviluppo, ma anche quello è collegato agli Usa, ha detto Orsini. «Facciamo capire agli Usa che il cambio è già un dazio», visto che la svalutazione euro-dollaro «è la più importante al mondo», al 13%, mentre la media è al 2, ha aggiunto.

Operazione per portare in Usa nostre migliori imprese

«Ci sono alcuni settori che non avranno problemi a vendere negli Stati Uniti e ci sono alcuni settori che andranno in grande difficoltà, però ci saranno settori che saranno colpiti, ma soprattutto questa operazione è per delocalizzare le nostre migliori imprese verso gli Stati Uniti» ha spiegato ancora Orsini. «Ricordatevi – ha aggiunto il presidente di Confindustria – che ogni 300 aziende che vanno verso gli Stati Uniti si portano dietro 100 aziende di filiera, che si portano dietro 102mila persone. Quindi l’Europa, in questo caso, deve intervenire in maniera forte e proteggere la propria industria. È il momento di dimostrare che l’Europa ha cambiato passo, ma non possiamo aspettare tanto tempo».

Fonte: Il Sole 24 Ore