Orsini: fare presto l’accordo sui dazi. Spingere su intelligenza artificiale, digitale e innovazione

Orsini: fare presto l’accordo sui dazi. Spingere su intelligenza artificiale, digitale e innovazione

«L’istat ha dichiarato uno O,6% di crescita, dato che come Confindustria avevamo già indicato due mesi fa, quindi mi fa piacere che si sia allineati». Così il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, a margine della Festa dell’innovazione a Venezia promossa per l’ottavo anno da ’Il Foglio’. «Purtroppo – ha aggiunto Orsini – a me piacerebbe vedere sempre il 2% di crescita e non lo O,6%. Detto questo, la preoccupazione più grande sono le ripercussioni che possiamo avere dai dazi degli Stati Uniti, perché potrebbero abbassare ulteriormente quello 0,6%, e questo per noi è un problema».

Orsini: con Trump serve il dialogo, piaccia o non piaccia

E ancora: «Il governo italiano è consapevole che per noi il mercato degli Stati Uniti, che è il secondo mercato di esportazione, per noi è fondamentale. Quindi serve il dialogo, piaccia o non piaccia non so dire, però si è obbligati». «Serve negoziare subito, perché l’unico grande problema delle imprese dell’industria è l’incertezza. Il negoziato – ha spiegato Orsini – dovrà essere fatto subito su tre capitoli fondamentali: uno è il tema che l’Ue compra l’80% per la difesa dagli Stati Uniti; secondo l’energia: oggi noi compriamo gas naturale rinnovabile, gas, gnl per il rigassificatori; terza cosa è una trattativa sulle big tech, perché il gap tra noi e Usa e la Cina è molto differente. Gli Usa hanno investito 300 miliardi negli ultimi 10 anni, noi in Europa 30 miliardi, la Cina 100. Per fare incrementare la crescita servono investimenti, serve una visione a lungo termine. Stiamo sollecitando l’Europa già da diversi mesi, sottolineando che il tempo è finito e serve reagire velocissimamente. Su alcuni capitoli siamo molto in ritardo». «Poi – ha concluso – c’è il tema della burocrazia europea, se togliesse i dazi interni si incrementerebbe la produttività del 6,7% equivalente a 1000 miliardi. Vedo che in l’Europa c’è in atto una presa di coscienza sulle scelte del passato; però adesso serve che agisca»

Solo mercato unico capitali Europa può aiutare imprese

«Abbiamo bisogno di fare in fretta nel creare un mercato unico dei capitali in Europa, perché solo in quel modo possiamo aiutare la nostra impresa e a trasformarsi e a crescere» ha aggiunto il presidente di Confindustria. «In un momento come questo le nostre imprese – ha osservato – hanno dimostrato di essere ancora un’eccellenza moderna. Noi stiamo dialogando in maniera molto positiva con Germania, Francia, Spagna Portogallo, Repubblica Ceca e Polonia, partendo dai punti comuni, e ne abbiamo trovati tanti. Per cui lavoriamo su questi”. Quanto alla scelta sul ritorno all’energia nucleare in Italia, Orsini non ha dubbi: «sì, tutta la vita».

Il 26 giugno in agenda con sindacati anche tema salari

Orsini ha ribadito che il 26 giugno è stato fissato un incontro con i sindacati, nel corso del quale verrà affrontato anche il tema dei salari «un problema nazionale e non abbiamo paura a dirlo». Il presidente di Confindustria ha però spiegato che spesso, in tema di salari, «viene fatta la media del pollo: teniamo conto che lavorano 22 milioni di persone e noi ne rappresentiamo circa 5,6 milioni. Ma le nostre imprese hanno fatto adeguamento all’inflazione, abbiamo risposto ad alcuni capitoli, tanto che il contratto di Confindustria è il migliore. Detto ciò, sono dell’idea che si può fare di più e meglio costruendo assieme al sindacato contratti che siano legati alla produttività, il che non significa mandare le persone a due velocità». Orsini ha quindi invitato a riflettere anche sui paradigmi dei contratti, «dove tutto è basato su spazio e tempo, ma alla fine nel corso dell’ultimo anno anche io lavoro da uffici prestati o in macchina». Insomma vanno rivisti dei capitoli dei contratti. Per altro, ha detto ancora Orsini, per innalzare la produttività «ci vuole un sistema Paese», oltre che favorire anche processi di aggregazione. «Aggregare significa incrementare le produttività». Ha quindi detto che dovrà essere affrontato il capitolo sulla sicurezza: «non si può più aspettare».

Spingere su AI, innovazione e digitale

Il presidente di Confindustria ha inoltre auspicato che venga incrementato l’uso dell’Intelligenza Artificiale da parte delle imprese. «Dobbiamo spingere su Ai, innovazione e digitale che sono il futuro delle nostre imprese». In merito all’AI ha indicato che «ne fanno uso solamente l’1,4% delle imprese piccole e l’8,6% delle grandi, contro una media europea del 13,5%». Orsini ha quindi detto che occorre «stare attenti anche ai temi della privacy, che condividiamo», ma ha ricordato che in altri Paesi, come la Gran Bretagna ci sono meno vincoli. «L’Europa ha investito poco in tecnologie – ha quindi incalzato – se gli Usa hanno investito circa 300 miliardi, la Cina 100 miliardi, l’Europa solamente 30 miliardi: c’e’ un gap pazzesco». Ha quindi ribadito che, come emerso all’assemblea dell’associazione che si è tenuta lo scorso 27 maggio, Confindustria chiede al Governo un piano industriale straordinario, con una visione a tre anni. All’interno di tale piano «servono 8 miliardi e considerando il credito d’imposta alle imprese al 25-30%, significa che il 70% lo mettono le imprese e quindi significa che il piano sprigiona almeno 16 miliardi». Concludendo Orsini ha invitato a «innovare, investire in nuove tecnologie e nel digitale».

Fonte: Il Sole 24 Ore