
Orsini: l’Ue ha fatto di tutto per distruggere l’industria, ora va tutelata
I dazi sì «preoccupano» ma quello che «preoccupa di più» e che «molti stanno sottovalutando è il cambio euro-dollaro. È quella la grande differenza che ci toglie competitività». Lo ha detto Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, alla Festa nazionale dell’Unità a Reggio Emilia partecipando al dibattito “L’economia e le imprese italiane tra dazi e incertezze». «Il vero capitolo – ha rimarcato – è che noi in Europa non stiamo facendo nulla» per poter attrarre capitali. «Per quello abbiamo detto che si faccia presto, pensando anche agli Eurobond».
Orsini: l’Ue ha fatto di tutto per distruggere l’industria
In questi anni «l’Europa ha fatto di tutto per distruggere l’auto, l’automotive» e l’industria in generale, e anche ora che la Commissione Ue sembra voler correggere in parte la rotta la parola “neutralità tecnologica” e “libertà tecnologica” ancora non si vede. «Abbiamo fatto di tutto – ha ammonito Orsini – per deindustrializzare l’Europa con le scelte fatte dalla precedente Commissione europea» che «ci auguriamo, questa Commissione europea non continui, ma purtroppo non mi sembra così allineata alle nostre richieste». Per il leader degli industriali anche «su calzaturiero, pelletteria, farmaci stiamo facendo di tutto per far scappare le nostre imprese dall’Europa. Quindi anche qui serve fare una riflessione seria, perché la verità è che quando le norme vengono pensate in Europa non si pensa all’effetto che generano».
«Monito Draghi arriva da anni, Europa faccia presto»
Il monito di Draghi, per il presidente di Confindustria «arriva già da qualche anno». Ed è sempre stato ignorato. «Quello che noi stiamo chiedendo all’Europa è di fare presto»
«Ci aspettiamo che manovra metta davvero l’industria al centro»
Orsini ha ricordato poi che sono in scadenza quasi tutte le misure a sostegno alle imprese. Industria 4.0, Industria 5.0. Zes. Ricerca e sviluppo. «Come Confindustria ci aspettiamo che se veramente l’industria è al centro allora la si metta al centro. Che non vuol dire gli stiamo regalando dei soldi. Se io ho un credito d’imposta al 30%, quindi una agevolazione al 30% per costruire un nuovo macchinario o realizzare un nuovo stabilimento, io su quel 100% di investimento pago il il 22% di Iva. E genero nuove assunzioni: a quel punto è un win-win. Faccio l’esempio dei 4,8 miliardi messi al Sud che hanno generato 28 miliardi di investimenti e 35.000 assunzioni. Noi il nostro mestiere l’abbiamo fatto lì», ha detto ancora Orsini. Sulla manovra «servono due vie, una via per sostenere le medio, micro e piccole imprese. E la via delle grandi imprese. E non scordiamoci di riuscire di creare delle agevolazioni fiscali per mettere assieme i piccoli».
«Anche con Pd dialoghiamo su competitività»
«Con il Partito democratico abbiamo ragionato su competitività e investimenti. Quella è la via» ha detto ancora Orsini a margine del dibattito alla Festa nazionale dell’Unità a Reggio Emilia, ricordando che «grazie alla misura per la Zes, sono stati stanziati 4 miliardi e 8 e ha generato 28 miliardi di investimento e 35.000 posti di lavoro». «Noi abbiamo incontri ovviamente con tutti i segretari politici e tutti i responsabili economici dei vari partiti – ha spiegato Orsini -. Ovvio che il Partito democratico è un partito importante in questo paese. Confindustria deve fare una cosa semplice: raccogliere le istanze delle imprese che oggi su circa 900 miliardi di entrate dello Stato, oltre due terzi derivano dalle imprese che danno lavoro».
Fonte: Il Sole 24 Ore