
Ortombina: «All’estero a caccia di risorse e partner per una Scala più forte»
Il ruolo dei privati per la Scala
Per fare tutte queste attività e mantenere l’eccellenza artistica del teatro, servono risorse. Le strade sono due: aumentare i prezzi dei biglietti oppure i contributi dei soci. Lei cosa farà?
I prezzi dei biglietti rimarranno invariati, perché non dobbiamo dimenticare la natura e il ruolo anche pubblico della nostra istituzione. Manterremo l’ottimo equilibrio, unico nel panorama italiano, tra fondi pubblici, contributi privati e ricavi da biglietteria, che incidono ciascuno per un terzo circa al bilancio complessivo. Dal 2025 non la Fondazione Banca del Monte di Lombardia non siederà più del cda, ma rimarrà comunque tra i nostri sostenitori e vorrei ricordare che moltissimi partner contribuiscono con cifre importanti al nostro bilancio. Senza questi privati, la Scala non sarebbe la Scala che conosciamo, il denaro pubblico non basterebbe. I nostri sostenitori privati sono come dei cavalieri del Graal che custodiscono il tesoro del nostro teatro, che io chiamo il dovere dell’eccellenza. Perché non possiamo adagiarci sul patrimonio che abbiamo, vivendo di rendita. Io non credo nel teatro di repertorio come fonte di guadagno o, perlomeno, non è quello che deve fare la Scala. Ovviamente ci sono alcune produzioni che ha senso e importanza riproporre, ma questo teatro deve fare sia storia e cultura, sia ricerca e sperimentazione. E questo è possibile grazie ai privati che ci sostengono e che partecipano alle nostre attività.
Il piano di sviluppo internazionale
Imprese e sponsor, ma anche singoli donatori, milanesi e non solo. Due anni fa la Scala ha sostenuto la nascita dell’Association of America. Sono previste altre associazioni di sostenitori esteri?
Sì, ce ne saranno altre, ci stiamo lavorando. Inoltre, stiamo mettendo a punto un piano di sviluppo internazionale del teatro, che ha già un forte appeal oltreconfine (un terzo del pubblico è straniero, ndr), che si può far crescere ulteriormente, sviluppando aree del mondo in cui manchiamo da tempo, come l’Asia. La nomina del maestro Myung-Whun Chung a direttore musicale dal 2027 va proprio nella direzione di una proiezione verso il Far East, in particolare attraverso tournée. Inoltre, dal prossimo settembre partiremo con un nuovo roadshow internazionale di presentazione del nostro teatro e della nuova stagione nelle principali capitali internazionali.
Come sarà dunque la Scala che lascerà al suo successore?
Fonte: Il Sole 24 Ore