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Overtourism, un italiano su due accusa il fenomeno
A metà tra opportunità economica e sfruttamento eccessivo delle risorse: il turismo è croce e delizia per gli italiani. Il campione individuato da Ipsos per l’Osservatorio sulla società italiana di Unipol, intervistato sul tema, è d’accordo sui benefici che porta all’occupazione, ma rimane critico sulle ricadute negative dell’overtourism, dalla gestione dei rifiuti alla scarsa disponibilità di alloggi per i residenti. La richiesta va alle amministrazioni locali: serve migliorare la mobilità e contenere gli affitti brevi.
È questa la fotografia generale che emerge dalla rilevazione sul pensiero degli italiani. Un giudizio generalmente positivo per quanto riguarda i vantaggi economici, soprattutto secondo gli abitanti di Sud e Isole, regioni in cui il turismo rappresenta la voce più incisiva delle entrate. Qui, il 58% ritiene che sia più un’opportunità – la media italiana è del 54% -, mentre solo il 12% lo considera più una fonte di problemi (il 30% esprime un giudizio neutrale).
La prospettiva delle città
Per i prossimi due anni, l’attesa degli italiani è di una crescita del turismo sia a livello nazionale sia locale, specialmente a Firenze, Verona e Roma. Al momento. un italiano su due (56%) pensa che l’Italia si interessata dal fenomeno dell’overtourism, ma la percentuale si dimezza se si passa a considerare solo la propria zona o città (28%). Se si considerano solo le aree metropolitane però, la situazione cambia (58%), tornando allineata al dato nazionale; Firenze, Roma e Napoli le città in cui il fenomeno è percepito maggiormente.
Non a caso, è nelle città con numeri più contenuti in cui la percezione positiva del turismo è maggiore: i cittadini di Cagliari e Verona per esempio, lo considerano fattore di crescita economica nel 73 e 70% dei casi, mentre in città come Roma e Firenze le percentuali registrate sono rispettivamente del 49 e 51 per cento. «Il capoluogo toscano – si legge nella ricerca – è il più sensibile alle problematiche del turismo, qui spiccano anche i problemi legati alla chiusura di attività storiche e la perdita di autenticità, oltre che lo spopolamento dei centri storici».
Il nodo degli affitti brevi
Gli affitti brevi sono percepiti più come un problema (35%) che come un vantaggio economico, soprattutto a Verona (52%), Firenze (40%), Roma (38%) e Milano (38%). La maggior parte degli italiani poi è d’accordo con la decisione del ministero dell’Interno di vietare l’uso delle key box (dispositivi per effettuare il check-in ritirando le chiavi in autonomia) e la pratica del self check-in in Italia, perché non consentono di avere conferma della reale identità di chi occupa la struttura, e quindi garantire la sicurezza della collettività.
Fonte: Il Sole 24 Ore