Oxfam: in dieci anni il primo «trilionario». Disparità in aumento anche in Italia

In un mondo dove i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri, presto il patrimonio del più ricco dei ricchi potrebbe superare la soglia astronomica di mille miliardi di dollari: potrebbero essere sufficienti dieci anni perché questo accada, secondo Oxfam International. Le diseguaglianze aumentano ovunque e l’Italia non sfugge a questa maledizione: l’1% più abbiente della popolazione ha una ricchezza oltre 84 volte superiore a quella detenuta complessivamente dal 20% più povero. E se da un lato aumentano i miliardari italiani, dall’altro sale il numero di chi «non ha i mezzi per una esistenza dignitosa».

Il solco scavato dal Covid

Nel report sulle diseguaglianze lanciato il 15 gennaio, in occasione del World Economic Forum di Davos, Oxfam rileva che le fortune dei cinque uomini più ricchi del pianeta, l’amministratore delegato di Tesla Elon Musk, Bernard Arnault e la sua famiglia dell’azienda di lusso LVMH, il fondatore di Amazon Jeff Bezos, il fondatore di Oracle Larry Ellison e il guru degli investimenti Warren Buffett, hanno registrato un balzo del 114% in termini reali dal 2020. E proprio la pandemia, i cui effetti economici e sociali hanno colpito in modo sproporzionato i ceti più fragili della popolazione mondiale, ha ampliato il solco delle diseguaglianze.

«I primi cinque miliardari hanno raddoppiato la loro ricchezza. D’altra parte, quasi 5 miliardi di persone sono diventate più povere», ha dichiarato Amitabh Behar, direttore esecutivo a interim dell’organizzazione. «Entro un decennio, avremo un trilionario», ha aggiunto, vale a dire una persona con un patrimonio da mille miliardi di dollari, appunto. «Per sconfiggere la povertà, al contrario, ci vorranno più di 200 anni», ha sottolineato ancora Behar.

I profitti delle multinazionali

L’1% più ricco del mondo possiede il 59% di tutti i titoli finanziari. Secondo il rapporto, 7 tra le 10 più grandi multinazionali hanno un miliardario come Ceo o tra i propri principali azionisti. «Tra luglio 2022 e giugno 2023 – rileva il rapporto – per ogni 100 dollari di profitto generati da 96 tra le imprese più grandi al mondo, 82 sono tornati agli azionisti sotto forma di dividendi o buybacks».

Dai primi dati disponibili, il 2023 è destinato a superare tutti i record attestandosi come l’anno più redditizio di sempre. Complessivamente 148 tra le più grandi società al mondo (di cui si dispone di dati) hanno realizzato profitti per circa 1.800 miliardi di dollari (tra giugno 2022 e giugno 2023), con un incremento del 52,5% degli utili rispetto alla media dei profitti nel quadriennio 2018-21.

Fonte: Il Sole 24 Ore