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Packaging sostenibile, il futuro è nei rivestimenti biodegradabili e “aumentati”
Imballaggi: il futuro è sostenibile, biodegradabile, riciclabile. Annalisa Apicella, ricercatrice del dipartimento di Ingegneria industriale dell’università di Salerno, spiega i filoni di ricerca su cui è al lavoro: «Progettiamo soluzioni di packaging sostenibile per diversi settori applicativi, in particolare quello alimentare e farmaceutico. Si tratta di prodotti biodegradabili, a base di polimeri riciclati o monomateriale riciclabili al 100%, soprattutto sulla spinta del recente Ppwr, il regolamento europeo sugli imballaggi che introduce l’obbligo, entro il 2030, di immettere sul mercato solo imballaggi conformi a requisiti minimi di riciclabilità. Studiamo inoltre strategie innovative di aumento delle performance degli imballaggi, come l’applicazione di coating biodegradabili ad alta barriera, o in grado di rilasciare nell’alimento sostanze protettive, per esempio antiossidanti o antimicrobici, per aumentarne la shelf-life». Una sorta di rivestimento “aumentato” che aggiunge funzioni nuove rispetto a quelle originarie del materiale.
Migliorare conservabilità
Il tutto si inserisce in un contesto di circolarità, come spiega ancora Apicella: «Per fare questo privilegiamo l’utilizzo di sostanze attive naturali provenienti dalla valorizzazione di scarti e sottoprodotti agroalimentari. Per esempio, abbiamo sviluppato film attivi biodegradabili arricchiti con antiossidanti estratti dalla sansa e dalle acque di vegetazione delle olive: sottoprodotti ad alto impatto ambientale, ma ricchi di polifenoli. Riutilizzarli significa trasformare uno scarto in risorsa, riducendo l’impatto ambientale e creando nuovo valore economico. Stiamo inoltre studiando l’incorporazione di estratti di bucce di mirtillo nel packaging di piccoli frutti rossi per estenderne la conservabilità. Un altro filone di ricerca riguarda l’inserimento di nanocariche nella matrice polimerica di partenza per la realizzazione di packaging nanocompositi: con un bassissimo contenuto di carica otteniamo un miglioramento delle sue prestazioni, dalle proprietà meccaniche e barriera alla processabilità».
Apicella è tra i partecipanti del Young Researchers’ Forum 2025, in programma il 9 e 10 ottobre nel dipartimento di Ingegneria chimica, dei Materiali e della Produzione industriale dell’universit di Napoli Federico II, che ha l’obiettivo è sostenere e valorizzare il potenziale delle nuove generazioni di giovani ricercatori e ricercatrici italiani.
Richieste dell’industria
Le soluzioni messe a punto da Apicella e dalla sua squadra sono particolarmente richieste in Italia, dove è molto sviluppata l’industria agroalimentare: «Il nostro punto di forza è avere, presso i laboratori dell’università di Salerno, impianti su scala pilota che consentono di riprodurre i processi industriali di trasformazione delle materie plastiche: qui sperimentiamo processi di estrusione, miscelatura, filmatura. Una volta messa a punto la soluzione possiamo passare velocemente a uno scale up. Grazie alla peculiarità delle nostre competenze collaboriamo con molte aziende del territorio, che ci chiedono di aiutarle a sviluppare imballaggi sempre più sostenibili e avanzati, capaci di coniugare prestazioni e rispetto per l’ambiente. Per esempio, per un’azienda che produce succhi di frutta congelati abbiamo recentemente sviluppato un incarto in plastica completamente biodegradabile».
Conversione da plastica a carta
Una nuova frontiera va verso lo sviluppo degli imballaggi in carta: «Recentemente stiamo sviluppando imballaggi cellulosici multifunzionali, mediante l’applicazione di coating biodegradabili che sono in grado di garantire un’alta barriera all’ossigeno, sono saldabili e si rimuovono facilmente in fase di post-consumo, senza compromettere la riciclabilità della carta», conclude.
Fonte: Il Sole 24 Ore