
Panapesca, da Pistoia il pesce surgelato arriva in tutto il mondo
In Italia è conosciuta per la rete di oltre venti negozi con il marchio Bottega Marinara. Punti vendita ai quali si aggiungono i quattro presenti in Abruzzo con l’insegna Sfizi e Delizie del Mare. Tra gli addetti ai lavori è invece un punto di riferimento nazionale per il pesce surgelato. Ora Panapesca cerca nuovi sbocchi all’estero soprattutto rivolgendosi ai distributori locali e all’industria della trasformazione, vale a dire principalmente a quel canale all’ingrosso che oggi genera il 90% del fatturato sviluppato oltreconfine e che, complessivamente, prendendo in considerazione anche l’Italia, vale 42 milioni di euro. ,
Obiettivo: portare la quota wholesale a 60 milioni e il fatturato totale a 193 milioni entro il 2028partendo dagli attuali 148. Per l’azienda di Massa e Cozzile, in provincia di Pistoia, comincia la scalata a livello internazionale. «Oggi la quota di export pesa per il 15%, una percentuale ancora bassa: abbiamo molta strada da fare», spiega l’amministratore delegato Giovanni Sabino, che sta riorganizzando l’azienda con il rafforzamento della rete commerciale, gli investimenti sul marketing e sulla comunicazione, il miglioramento dei processi produttivi e la creazione di maggiori sinergie tra gli stabilimenti, grazie a un nuovo operation manager.
Dalla sede toscana, dove si decidono le strategie di crescita e dove si sviluppa il packaging, Panapesca controlla infatti le due fabbriche presenti in Thailandia e in Marocco, oltre alla filiale commerciale in Francia e a quella italiana di Morciano di Romagna, in provincia di Rimini.
«Presidiamo Svizzera, Spagna e Malta – spiega Sabino – ma vogliamo entrare nel mercato tedesco e in quello inglese, oltre a rafforzarci negli Stati Uniti, dove stiamo ampliando la rete degli importatori soprattutto con il prodotto che arriva dalla Thailandia. Abbiamo un focus anche sugli Emirati Arabi, dove stiamo cercando di sviluppare partnership, sulla Corea del Sud e sul Giappone».
Una nuova rotta che non esclude il food service e la produzione private label per la grande distribuzione organizzata. Rotta basata su un piano di sviluppo globale integrato e non più su singole iniziative come è avvenuto fino ad ora, anche sulla scia dell’incremento delle vendite all’ingrosso, che in un anno hanno avuto un balzo di quasi il 7%: adesso rappresentano il 28% del fatturato.
Fonte: Il Sole 24 Ore