
Paolo Borsellino, 33 anni dalla strage di Via D’Amelio. Le parole di Mattarella e Meloni
A 33 anni dall’attentato mafioso a Palermo che portò alla morte del giudice Paolo Borsellino e dei cinque agenti della sua scorta, il presidente della Repubblica Mattarella parla di «segno indelebile per l’Italia». «In questo giorno di memoria, la commozione per le vite crudelmente spezzate e la vicinanza ai familiari delle vittime restano intense come trentatré anni or sono – prosegue la nota del Capo dello Stato -, Borsellino non si tirò indietro dal proprio lavoro dopo la strage di Capaci. Continuò ad andare avanti. Onorare la sua memoria vuol dire seguire la sua lezione di dignità e legalità e far sì che il suo messaggio raggiunga le generazioni più giovani».
Meloni: «L’Italia non dimentica»
Sulla ricorrenza è intervenuta anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Un uomo che ha sacrificato la sua vita per la verità, per la giustizia , per l’Italia» ha scritto su X la premier Giorgia Meloni, sottolineando come questo ricordo sarà portato avanti ogni giorno. «Il suo esempio continua a vivere in chi ogni giorno, spesso lontano dai riflettori, combatte per un’Italia più giusta, libera dalle mafie, dal malaffare, dalla paura. Non c’e’ libertà senza giustizia, non c’e’ Stato senza legalità. Ai tanti magistrati,forze dell’ordine e servitori dello Stato che hanno scelto il coraggio, anche a costo della vita, dobbiamo gratitudine e rispetto. Hanno tracciato una strada che non può essere dimenticata. Quel testimone è ancora saldo. E lo porteremo avanti ogni giorno, con rispetto, con determinazione, con amore per la nostra Nazione. In ricordo di Paolo Borsellino e di chi non ha mai chinato la testa», conclude Meloni.
La Russa: «Ferita aperta nella memoria collettiva»
«33 anni fa in via D’Amelio la mafia colpiva al cuore dello Stato spezzando la vita di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta. Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina». Lo afferma il presidente del Senato Ignazio La Russa. «Via D’Amelio resta ancora oggi una ferita aperta nella memoria collettiva ma rimane anche un luogo simbolico in cui si rinnova la volontà di non arrendersi mai di fronte al crimine e all’indifferenza. Il sacrificio di Paolo Borsellino e dei suoi agenti continua ad interrogarci chiedendoci coerenza, coraggio e responsabilità perché la memoria non può essere un gesto rituale ma deve tradursi ogni giorno in impegno concreto per una Nazione più giusta, libera e fedele ai valori della legalità».
Fontana: esempio coraggio e determinazione giudice Borsellino
«A 33 anni dalla terribile strage di via D’Amelio, il mio pensiero commosso va al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta uccisi: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. In questa giornata rivolgo la mia sentita vicinanza ai loro familiari. L’esempio di coraggio e determinazione del giudice Borsellino nella lotta alla mafia rappresenta un’eredità preziosa di cui fare tesoro, che continua a ispirare ogni giorno chi è impegnato nella difesa della legalità. In omaggio alla sua memoria e al suo sacrificio, alla Camera dei deputati, abbiamo esposto la borsa che il magistrato portava con sé anche il giorno della strage. Nel cuore dell’istituzione, quella borsa è un simbolo concreto del suo ricordo che vive nei valori che Borsellino ha rappresentato». Lo afferma il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
Fonte: Il Sole 24 Ore