Paperoni in Italia, il Pd lancia la sovraimposta per i comuni

Paperoni in Italia, il Pd lancia la sovraimposta per i comuni

Una sovraimposta comunale tra il 12,5% e il 15% per i Paperoni, ossia gli stranieri ad alta capacità contributiva che hanno deciso di trasferire la propria residenza fiscale in Italia, attratti dalla possibilità di pagare una tassa piatta passata lo scorso anno da 100mila a 200mila euro (mentre è di 25mila euro per i familiari) sui redditi prodotti all’estero. A proporla è il Ddl (atto Senato 1616) composto di tre articoli, che ha come prima firmataria Cristina Tajani, capogruppo Pd in commissione Finanze del Senato.

Obiettivo applicazione dal 2026

La relazione illustrativa alla proposta spiega che la sovraimposta è applicabile a partire dal 1° gennaio 2026 a beneficio dei comuni dove avviene il trasferimento. I comuni possono deliberare l’aliquota della sovraimposta in una misura compresa tra il 12,5 per cento e il 15 per cento secondo le modalità definite con regolamento comunale.

Finalità sociali e abitative

Il gettito dell’imposta è di spettanza del Comune per essere destinato alle finalità sociali e abitative di competenza dell’ente. I singoli enti locali deliberano, pertanto, le aliquote della sovraimposta per l’anno successivo e tale delibera è pubblicata sul sito del dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia seguendo le stesse regole previste per l’Imu. L’efficacia della deliberazione decorre dalla data di pubblicazione della deliberazione sul sito del ministero. In ogni caso, sarebbe prevista espressamente l’applicazione obbligatoria dell’aliquota minima del 12,5 per cento nel caso in cui il comune non provveda a deliberare entro i termini stabiliti.

Gettito aggiuntivo

Le risorse della flat tax sui Paperoni attualmente «vengono incamerate solamente dallo Stato, noi chiediamo che un piccolo gettito aggiuntivo vada ai Comuni che ospitano questi nuovi residenti, che spesso acquistano case di lusso, contribuendo come nel caso di Milano anche ad aumentare la “bolla” immobiliare nei grandi centri urbani», spiega la senatrice Tajani. «Questo piccolo contributo aggiuntivo – aggiunge – dovrebbe essere utilizzato dai Comuni di residenza per azioni di tipo sociale e abitativo, in modo da riequilibrare uno sviluppo urbano che spesso cresce insieme alle disuguaglianze e che ha bisogno di risorse per trovare strumenti di equità e compensazione».

Fonte: Il Sole 24 Ore