Paris Internationale sbarca a Milano

Paris Internationale sbarca a Milano

La fiera Paris Internationale sbarca a Milano. Ad aprile 2026, in concomitanza con Miart, la fiera francese lancerà un’edizione milanese dell’evento. Gli organizzatori stanno ancora definendo il luogo, da cui dipenderà anche il numero dei partecipanti, ma sarà uno spazio che si lega alla storia architettonica di Milano, nel centro della città, nello spirito della fiera a Parigi, che nel tempo ha occupato diversi Hôtel particulier in disuso. Il capoluogo lombardo è stato scelto per la vivacità della sua scena artistica oggi, sperimentale ma anche radicata in una tradizione di creazione artistica e collezionismo.

Sono gli ennesimi player del mondo dell’arte contemporanea che la città è riuscita ad attrarre negli ultimi mesi, primo fra tutti Thaddaeus Ropac, anche lui da Parigi. Due variabili che hanno influito sulla fortuna della città sono la flat tax, con l’arrivo di oltre 4mila contribuenti stranieri milionari, e la riduzione sugli scambi di arte dell’Iva dal 22% al 5% (meno del 5,5% della Francia).

L’espansione avviene a pochi giorni dall’apertura della fiera a Parigi, in concomitanza con la settimana di Art Basel Paris. Quest’edizione celebra il decimo anniversario della manifestazione, fondata dalle gallerie di Parigi Crèvecoeur e Ciaccia Levi e da Gregor Staiger di Zurigo – queste ultime due con sede anche a Milano in Via Rossini – e diretta da Silvia Ammon. A Milano ci sarà un team italiano che collaborerà con quello di Parigi. La parte operativa sarà affidata ad ArtsFor di Camilla Invernizzi e Paolo Antonini.

La nuova fiera

Negli ultimi anni le gallerie emergenti che partecipavano a Miart avevano, talvolta, espresso insoddisfazione. “A Miart come fiera istituzionale non manca nulla” ha commentato Nerina Ciaccia della galleria Ciaccia Levi, “quello che forse su Milano manca è una proposta alternativa, che sia sì una fiera, ma che si avvicini anche a un evento culturale. Paris Internationale nel corso degli anni si è strutturata anche come evento culturale, con un programma di talk e una community. C’è uno spirito ben riconoscibile e che magari una fiera istituzionale come Miart ha meno”.

Fonte: Il Sole 24 Ore