
Parla Mastrolia dopo il colpo di NewPrinces su Carrefour: «Ecco i miei piani nella Gdo»
Neanche un giorno dall’annuncio dell’acquisizione di Carrefour Italia, e il titolo NewPrinces crolla a Piazza Affari: ieri è arrivato a cedere fino all’11%, per poi chiudere a 19,40 euro per azione, segnando una flessione del 9,35%. Ma Angelo Mastrolia, presidente di una società che in un solo anno passerà da 750 milioni a 6,9 miliardi di euro di giro d’affari, non è affatto preoccupato: «Il mercato non capisce sempre subito le operazioni – dice – mi è successo anche in passato, davanti ad altre acquisizioni fatte dal gruppo, e alla fine il mercato ha dovuto darci ragione».
Raffica di acquisizioni
Dal 2024 a oggi la ex Newlat, di acquisizioni, ne ha fatte parecchie: prima la britannica Princes, colosso delle conserve, poi la Plasmon e giovedì scorso anche le attività italiane della francese Carrefour, con i sui 1.027 punti vendita. Tutte realtà che si vanno ad aggiungere ai marchi del food che il gruppo aveva già in portafoglio, dalla pasta Delverde alla Centrale del Latte, dalla Giglio rilevata dalla Parmalat alla Polenghi. Con quest’ultima operazione, NewPrinces diventa l’unico gruppo italiano a comprendere sotto di sé sia la produzione alimentare che la grande distribuzione. Come la prenderanno il resto dei produttori agroalimentari, che rischiano di subire una concorrenza sleale sugli scaffali della nuova Carrefour? «Nessun effetto dumping – assicura Mastrolia – garantiremo ai nostri clienti lo stesso trattamento e offriremo i nostri prodotti agli stessi prezzi a cui li offriamo nelle altre catene della Gdo».
Modello (quasi) inedito
Se un player che riunisce in sé produzione e distribuzione è una mosca bianca nel panorama nazionale, non è una novità all’estero: «In Svizzera – racconta il presidente di NewPrinces – due grandi player dei supermercati come Migros e Coop già controllano tutto il processo dalla produzione alla distribuzione, e anche Lidl ci sta pensando. Noi ci ispiriamo a questo modello, e anche alla storia di Luxottica, per quanto si tratti di un altro settore merceologico. Trent’anni fa Leonardo Del Vecchio era solo un produttore di occhiali, ma ha centrato il suo destino quando ha capito che doveva avere anche una rete sua di punti vendita».
I due business cruciali
A regime, NewPrinces punta a gestire direttamente l’80% dei punti vendita rilevati da Carrefour, che in tre anni verranno rinnovati e torneranno a marchio Gs. «Io credo che la potenzialità maggiore di questa operazione stia in due business – dice Mastrolia – uno è quello dell’home delivery, cioè delle consegne a casa, perché siamo molto forti nelle grandi città e abbiamo già una logistica ben sviluppata. L’altro segmento cui scommetto è quello dell’horeca (hotellerie-ristoranti-caffè, ndr) , un mondo che già siamo abituati a servire con i nostri prodotti a base di latte e verso cui potenzieremo l’offerta». Poi c’è il business della Private label: avere supermercati di proprietà consentirà a NewPrinces, secondo i piani del suo management, di raddoppiare la quota di fatturato derivante dalla marca privata.
Gli errori dei francesi
Gli affari di Carrefour in Italia non erano in salute, ma anche questo non spaventa Angelo Mastrolia: «Il fatto che i retailer francesi, e mi riferisco anche ad Auchan, non abbiano saputo gestire il mercato italiano non significa che si tratti di un comparto in perdita. Non eravamo i soli a puntare su Carrefour, che alla fine ha scelto noi perché offrivamo zero rischio antitrust, prendevamo tutti i punti vendita e consentivamo loro di uscire rapidamente dal mercato, lasciando solo una dote di 237 milioni per il rilancio industriale. Quello che temevano di più era una uscita lunga, difficile e costosa, come è successo a Auchan».
Fonte: Il Sole 24 Ore