partenza dall’Albania e sfida tra Roglic e Ayuso

partenza dall’Albania e sfida tra Roglic e Ayuso

In pole Roglic e Ayuso

E quindi? Chi è in pole? Tenendo conto che mancherà anche il belga Remco Evenepoel, un altro big a 5 stelle, sulla carta si prospetta un Giro sicuramente più aperto e combattuto del precedente. Con una sfida generazionale tra la vecchia guardia, che dominava prima dell’avvento di sua maestà Pogacar, e un manipolo di giovani che, approfittando dell’assenza del castigamatti, proverà a diventare finalmente protagonista.

Qualche nome? Di sicuro, tra i vecchi favoriti, c’è un altro sloveno, quel Primoz Roglic che si è già imposto nel 2022 e che al Giro è sempre tra i favoriti. Forte in salita e a cronometro, Roglic ha però già 35 anni e una squadra con molti galli nel pollaio a partire da Jai Hindley (rosa nel 2023) e Dani Martinez (secondo nel 2024). In questo dream team, la Red Bull Bora, c’è anche il nostro Giulio Pellizzari, giovane rivelazione sempre del 2024.

Passando alla Nouvelle vague, in prima fila c’è lo spagnolo Juan Ayuso, 22 anni, ottimo scalatore e molto dotato anche a cronometro. Considerato una specie di Messi o Yamal del ciclismo, lo spagnolo parte con l’aura del predestinato. Vincitore dell’ultima Tirreno-Adriatico, con 13 successi in curriculum, corre con la stessa squadra (Uae-XRG) di Pogacar. L’impressione è che in assenza del suo capo, il giovane Juan voglia dare il suo primo marchio al Giro. A impedirglielo, oltre a campioni collaudati come Egan Bernal, Richard Carapaz, Simon Yates e Nairo Quintana, si spera che vengano fuori i nostri Giulio Ciccone e Antonio Tiberi. L’abruzzese, secondo alla Liegi, punterà soprattutto a qualche impresa di tappa. Miglior scalatore del Giro 2019 e del Tour 2023, Giulio dopo due anni di assenza torna sulle strade del Giro per dare un senso compiuto alla sua carriera. E’ forte, ma non fortissimo. Coraggioso ma anche soggetto a improvvisi cedimenti.

Cercasi baby campioni

Altro discorso per Antonio Tiberi, 23 anni, quinto con la maglia bianca di miglior giovane nella precedente edizione. E’ un gioiellino che va protetto ma anche messo finalmente alla prova, soprattutto a cronometro. Incrociamo le dita, visto che il ciclismo italiano, tra i maschietti, è sempre più in ritirata.

Gli altri signori della rosa, sono i soliti: il belga Wout Van Aert, 30 anni, 49 vittorie, grande cacciatore di traguardi per la prima volta al Giro. E po il britannico Thomas Pidcock, 25 anni e 9 successi, un altro da tener d’occhio in prospettiva di classifica.

Fonte: Il Sole 24 Ore