Pensionati e lavoratori nel regime forfettario: +40% in cinque anni

Pensionati e lavoratori nel regime forfettario: +40% in cinque anni

Dopo appena un anno, nel 2020 il limite dei 30mila euro è stato reintrodotto, sotto il governo Conte-2 a maggioranza giallorossa. Evidente il risultato nei dichiarativi presentati nel 2021: -2,7% di dipendenti e addirittura -16,4% di pensionati in forfait. Segno che tra questi ultimi tendono a esserci anche soggetti con assegni previdenziali elevati, mentre tra i dipendenti sono relativamente più numerosi i contribuenti con redditi di lavoro sotto quota 30mila (o in part-time).

Dal 2021 la crescita delle adesioni è stata continua, con le dichiarazioni presentate l’anno scorso che mostrano un aumento del 38,8% rispetto al picco del 2019 per i dipendenti e del 44% per i pensionati (i dati delle Finanze, oltre ai forfettari, conteggiano anche i vecchi minimi, ma ormai il loro peso è trascurabile). A spingere questa crescita è stata probabilmente la progressiva diffusione del forfait, più che l’effetto delle modifiche normative come l’innalzamento da 65mila a 85mila euro del tetto di ricavi e compensi che consente di restare nel regime, scattato dal 2023.

Per avere un’idea del successo della flat tax negli ultimi anni, basta guardare al peso delle adesioni sulle nuove partite Iva da parte di persone fisiche: nei primi sei mesi di quest’anno si è arrivati al 72,2%, record da quando esiste il regime. E i forfettari complessivi – considerando le nuove aperture – sono più di 2 milioni.

L’effetto del limite a 35mila euro

Per misurare l’impatto dell’aumento del limite a 35mila euro bisognerà attendere le statistiche sulle dichiarazioni dei redditi 2025. Comunque è facile prevedere un aumento. Perché la soglia più elevata – oltre ad aver salvato alcuni contribuenti appena sotto quota 30mila che hanno avuto un aumento o un adeguamento all’inflazione– ha anche aperto ulteriormente le porte del forfait (nella fascia da 30mila a 35mila euro ricade circa l’11% dei lavoratori e il 7% dei pensionati).

La manovra è ora all’esame parlamentare. Ma non ci sarà spazio per un’altra modifica più volte chiesta dalla Lega: l’aumento della soglia generale di ricavi e compensi a 100mila euro. Come spiegato dal Mef in un question time nei mesi scorsi, richiederebbe la modifica di una direttiva europea (2006/112/Ce).

Fonte: Il Sole 24 Ore