
Pensioni, a gennaio andranno adeguate all’inflazione: governo in cerca di 5 miliardi
La partita per la manovra entra gradualmente nel vivo e il pallottoliere delle pensioni si arricchisce di nuovi numeri. Mantenendo lo status quo, ovvero la suddivisione per fasce di reddito già sperimentata quest’anno, la rivalutazione degli assegni costerebbe nel 2026 circa cinque miliardi. La cifra è al lordo del ritorno fiscale che gli aumenti genererebbero automaticamente e costituisce la base di partenza calcolata dai tecnici a disposizione del governo per le valutazioni complessive sulla legge di bilancio. Il calcolo a legislazione vigente parte dall’inflazione acquisita per il 2025 che, secondo i dati diffusi ad agosto, è al momento all’1,7%.
Per quest’anno circa 355 miliardi destinati alle pensioni
La spesa per le pensioni prevista per quest’anno, comprese le pensioni assistenziali, è di circa 355 miliardi. Se l’1,7% si applicasse incondizionatamente a tutta la spesa le risorse necessarie sarebbero superiori a 6 miliardi, ma se si considera appunto la rivalutazione sulla base delle fasce di reddito da pensione previste dalla scorsa legge di bilancio per il 2025 (100% per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo, 90% per quelli tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo e 75% per quelli superiori a cinque volte il trattamento minimo), la spesa scende intorno ai cinque miliardi.
Le ipotesi
Sulle pensioni il menu della manovra potrebbe essere però ben più lungo. Nella seconda metà di agosto le ipotesi che si sono susseguite sono state molte, a partire dalla volontà espressa dalla Lega tramite il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, di utilizzare il Tfr come rendita per poter anticipare l’uscita dal lavoro a 64 anni. Il Trattamento di fine rapporto potrebbe essere anche la fonte a cui attingere per dare una nuova spinta alla previdenza complementare, pilastro che il governo punta a rafforzare come alternativa sempre più necessaria al sistema pubblico. L’impegno dell’esecutivo sarà però, con ogni probabilità, focalizzato anche sul blocco dell’aumento di tre mesi dell’età pensionabile previsto dalla legge Fornero a partire dal 2027 come adeguamento all’aspettativa di vita. Secondo alcuni calcoli tecnici, a regime potrebbe costare circa tre miliardi di euro, ma il primo anno il peso potrebbe essere minore.
Il nodo coperture
Una mano in termini di coperture potrebbe arrivare dal calo dei rendimenti dei titoli Stato e dalla conseguente minore spesa per interessi: stando alle simulazioni di associazioni di settore e confermate nelle ultime ore a Bloomberg da fonti vicine al dossier, il tesoretto accumulabile in due anni sarebbe di circa 13 miliardi di euro.
Le richieste di Forza Italia
Intanto, dopo la riunione della Lega tenutasi la scorsa settimana, è stata Forza Italia a fare il punto sulle priorità del partito. Nella riunione dei vertici azzurri, guidati dal segretario, Antonio Tajani, sono state ribadite undici richieste chiave focalizzate in gran parte sulla necessità di dare respiro ai salari. La prima, la vera proposta bandiera di FI, è l’abbassamento della seconda aliquota Irpef dal 35 al 33% per i redditi fino a 60.000 euro. Si guarda poi alle retribuzioni attraverso la detassazione di premi di produzione, straordinari, festivi e tredicesime, come annunciato proprio ieri dallo stesso Tajani, e sui salari più bassi. Guardando alle imprese gli azzurri ripropongono l’Ires premiale, che potrebbe essere stabilizzata anche sulla spinta delle richieste di Confindustria. Infine, sulle banche, oggetto prediletto della manovra-mercato di quest’estate (come l’ha definita il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti), l’invito è di «proseguire nel metodo del confronto con il sistema bancario per ottenere sostegno all’economia», senza entrare per il momento nel merito di nuove possibili tasse. Noi Moderati punta invece più in alto: all’esenzione dall’Irpef per i primi quattro anni di lavoro, all’aumento delle detrazioni per le spese scolastiche, a maggiori contributi alle scuole paritarie e all’eliminazione del tetto al cinque per mille destinato alle associazioni di volontariato.
Fonte: Il Sole 24 Ore