Pensioni, bonus, tasse: i lavori in corso della manovra 2026 in 10 punti
La legge di bilancio 2026 – la quarta manovra del governo guidato da Giorgia Meloni – è stata varata dal Consiglio dei ministri del 17 ottobre. Il testo bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato è stato poi trasmesso al Senato da dove comincerà il suo iter che dovrà concludersi entro l’anno. «Il Parlamento – ha detto – può decidere alcune misure di toglierle, il governo valuterà qualsiasi proposta con attenzione». Tra gli interventi più contestati c’è l’aumento della tassazione sugli affitti brevi che, già rivista rispetto alle prime bozze circolate, sembra destinata a essere cancellata per la forte contrarietà nella maggioranza di Forza Italia e Lega. Altre parti, come l’annunciata riduzione dello scaglione Irpef dal 35% al 33%, appaiono invece consolidate. Ecco una panoramica in dieci punti di quanto previsto dalla manovra alla voce pensioni, bonus e tasse.
1. Pensioni
Per il biennio 2027-2028, i lavoratori che svolgono attività gravose o usuranti saranno esclusi dall’aumento graduale dei requisiti di accesso al pensionamento collegato all’adeguamento dell’aspettativa di vita. Per i rimanenti lavoratori, è previsto un aumento graduale (un mese nel 2027 e due mesi nel 2028) dei requisiti per il pensionamento. La cosiddetta “maggiorazione sociale” (beneficio per pensionati previdenziali e assistenziali, invalidi civili totali, ciechi assoluti, sordomuti titolari di pensione che rispettano i limiti reddituali) viene incrementata di 20 euro mensili (pari a circa 260 euro annui) per circa 1,1 milioni di beneficiari.
2. Bonus edilizi confermati
Confermate per il 2026 l’aliquota del 50% per gli interventi di ristrutturazione sulle abitazioni principali e del 36% per le seconde case. Il Superbonus viene eliminato: non sarà più attivo dal 2026 con eccezione per alcuni interventi specifici, come quelli legati alla ricostruzione post-sisma in alcune regioni. Anche la detrazione del 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici in caso di lavori di ristrutturazione è stata prorogata per tutto il 2026.
3. Taglio Irpef al ceto medio
Riduzione dal 35% al 33% tra 28.000 e 50.000 euro con un impatto di circa 2,96 miliardi di euro l’anno a favore dei redditi medi. Il taglio garantirà 440 euro l’anno (37 euro al mese in più). Previsto un meccanismo che cancella i benefici per redditi sopra i 200mila euro lordi l’anno. Introduzione di una flat tax per i contratti a tempo determinato con l’obiettivo di semplificare il sistema fiscale per i lavoratori con contratti temporanei. Conferma della soglia di 35.000 euro di reddito da lavoro dipendente per accedere al regime forfettario anche per l’anno 2026.
4. Sconto sugli aumenti contrattuali
Per aiutare i salari a tenere il passo con il costo della vita e rafforzare il legame tra produttività e retribuzione, gli aumenti di stipendio dei lavoratori del settore privato nel 2026, legati ai contratti rinnovati nel 2025 e 2026, saranno tassati con un’aliquota agevolata del 5%, a meno che il lavoratore non scelga espressamente di rinunciare a questo trattamento. Questa misura riguarda però solo chi ha un reddito da lavoro dipendente fino a 28.000 euro nel 2026 e si applica esclusivamente ai lavoratori privati. Secondo le proiezioni fatte dal Sole 24 Ore lo scontro sugli aumeti contrattuali potrebbe tradursi in quasi 500 euro in più in busta paga nel 2026 per un lavoratore del settore chimico o della piccola industria.
Fonte: Il Sole 24 Ore