
Pensioni: su età flessibile, giovani e assistenza è in arrivo il piano dell’Inps
Un pacchetto di proposte e valutazioni anzitutto su flessibilità in uscita, incentivi all’invecchiamento attivo e strumenti per tutelare i lavoratori discontinui, ma anche per ridisegnare l’equilibrio tra assistenza, previdenza e politiche attive del lavoro. Sono le carte che l’Inps si prepara a calare in autunno per ricoprire un ruolo ancora più di primo piano nel cosiddetto “cantiere pensioni”. E per innescare l’avvio di una nuova riforma previdenziale, alla quale guarderà con interesse anche il governo proprio nel momento in cui si definirà la legge di bilancio per il prossimo anno. Ad annunciare un «Libro bianco pensioni 2023», è stato il direttore generale dell’Istituto, Valeria Vittimberga intervenendo al Global south innovation 2025. Vittimberga ha parlato di un «un documento aperto al contributo di parti sociali, terzo settore e mondo delle imprese».
Le incognite Quota 103 e età pensionabile
A fine 2025 si dovrebbe esaurire la corsa di Quota 103 in versione “contributiva”, ovvero della possibilità di uscire anticipatamente con almeno 41 anni di versamenti e 62 anni d’età ma appunto con l’aggancio al metodo contributivo. Ed è previsto anche lo stop di altri canali di uscita, come Opzione donna, nell’attuale versione ristretta, o Ape sociale. Il governo dovrà quindi decidere la strategia da adottare per il 2026. Al momento la conferma in toto di tutte queste misure appare improbabile. Soprattutto Quota 103 e Opzione donna sono in bilico. Ma l’esecutivo dovrà anche prendere una decisione sull’aumento di tre mesi dal 2027 dei requisiti pensionistici per effetto dell’adeguamento automatico all’aspettativa di vita. L’orientamento del governo è di “congelare” questo meccanismo per un biennio. In questo caso dovranno essere trovate le necessarie coperture finanziarie e misure compensative.
L’ipotesi di rafforzare il ponte con «l’integrativa» per le uscite a 64 anni
Nelle scorse settimane il sottosegretario al Lavoro, e vicesegretario della Lega, Claudio Durigon, ha lasciato intendere che andrebbero potenziate altre soluzioni flessibili, come quella prevista dall’ultima legge di bilancio che consente ai lavoratori integralmente “contributivi” (chi ha cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995) di uscire a anticipatamente, ma con il trattamento calcolato solo sulla base dei versamenti, a 64 anni d’età e 25 anni a patto che l’importo della pensione sia pari ad almeno tre volte l’assegno sociale. E per rispettare quest’ultimo vincolo è previsto, per chi è già iscritto alla previdenza integrativa, un “raccordo” con la rendita dei fondi pensione. La soglia d’importo necessario per accedere a questa prestazione pensionistica salirà poi a 3,2 volte l’assegno sociale nel 2030, quando anche il requisito dei contributi richiesti lieviterà a 30 anni. L’opzione alla quale sembra guardare Durigon sembra essere quella di estendere questo meccanismo a tutti i lavoratori (anche ai cosiddetti “misti”) agevolandolo ulteriormente.
Tra settembre e ottobre le proposte dell’Inps con il Libro bianco 2030
Tra settembre e la fine di ottobre arriverà il Libro bianco pensioni 2030. Ad annunciarlo è stato il direttore generale dell’Istituto Vittimberga, che ha parlato di «un documento aperto al contributo di parti sociali, terzo settore e mondo delle imprese per ridisegnare l’equilibrio tra assistenza, previdenza e politiche attive del lavoro». Vittimberga ha poi detto che il Libro bianco sarà presentato «entro ottobre, così da avviare il confronto istituzionale prima della legge di bilancio. L’Inps – ha aggiunto – vuole essere motore di quel cambio culturale che mette al centro la sostenibilità sociale».
Nel piano dell’Inps flessibilità in uscita, incentivi per l’invecchiamento attivo e misure per i giovani
Il documento dell’Inps dovrebbe contenere proposte e valutazioni su flessibilità in uscita, incentivi all’invecchiamento attivo e strumenti per tutelare lavoratori discontinui.In quest’ultimo caso il focus sarebbe ovviamente sui giovani e sulla possibilità di irrobustire la loro copertura previdenziale. Lo stesso presidente dell’Inps, Gabriele Fava, ribadendo che il sistema pensionistico tiene ma affermando anche per per mantenerlo in equilibrio occorre spingere sull’occupazione, ha detto più volte che occorre puntare sui giovani. Anche il Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inps, confermando che il sistema previdenziale è sostenibile, ha recentemente sottolineato che dovranno essere introdotti «maggiori elementi solidaristici e di equità a favore delle persone più deboli nel mercato del lavoro e di chi ha svolto attività gravose o di cura in ambito familiare» pensando anche «al futuro previdenziale delle generazioni più giovani».
Fonte: Il Sole 24 Ore