Per Arco Madrid edizione di successo con molti acquisti

Per Arco Madrid edizione di successo con molti acquisti

Arco Madrid è giunta alla sua 44ª edizione, 217 gli espositori presenti e, soprattutto, 95.000 visitatori, numeri da Santiago Bernabeu. Madrid è forse la capitale più in forma d’Europa in una Spagna il cui Pil cresce molto più della media europea. Madrid è sempre più spesso scelta come residenza da billionaire sudamericani, una sorta di Miami europea, dove vengono accolti al meglio sia linguisticamente che fiscalmente e tutto ciò ha chiaramente un impatto positivo sulla fiera. E chissà che non cresca ancora in un mercato dell’arte che nel futuro prossimo potrebbe non eleggere più gli States di Trump ad hub privilegiato.

Tra le 217 gallerie presenti c’era un ospite davvero speciale, a cui anche la regina Letizia è andata a rendere omaggio: la galleria Helga de Alvear. Helga de Alvear, celebre gallerista e collezionista è mancata il 2 febbraio scorso all’età di 88 anni, sarebbe stata la sua trentesima partecipazione ad Arco. Ad memoriam lo stand della galleria era comunque presente e nella stessa posizione delle passate edizioni: il corridoio davanti all’entrata del padiglione 7. Lo stand è stato allestito con una serie di opere acquisite da De Alvear nelle ultime 15 edizioni di Arco simbolo del suo sostegno verso la fiera, gli acquisti erano spesso a favore di galleristi internazionali per incentivare il loro ritorno a Madrid anno dopo anno. La stagione gloriosa, delle grandi galleriste spagnole, che nel 1980 lanciarono Arco e col tempo diventarono icone di emancipazione femminile e della rinascita culturale post franchista sembra che stia per giungere al termine: Soledad Lorenzo è morta ormai da qualche anno, Juana de Aizpuru ultra 90enne ha chiuso la galleria nel 2023. Una fiera in grande crescita, è il loro lascito.

Le proposte italiane

Tra le gallerie italiane uno degli stand più apprezzati è stato quello di Martina Simeti, uno stand iper curato e installativo che ha messo in dialogo i dipinti di Paolo Chiasera (20.000 l’uno) e le opere fantasiose e accattivanti di Alek O. (dai 5.000 ai 25.000 euro). Di grande impatto anche la presentazione di Vistamare con due opere di Ettore Spalletti a dominare lo spazio e in vendita a 160.000 e 180.000 euro. Un’opera di Rosa Barba è stata venduta a circa 50.000 euro e due fotografie di Mimmo Jodice sono passate di mano a 20.000 euro. Direttamente dal padiglione cecoslovacco della Biennale di Venezia del 2015 la grande installazione di Petra Feriancova in vendita alla galleria Gilda Lavia per 60.000 euro, una scelta estrema che ha attirato soprattutto l’attenzione dei musei. La Galleria romano-londinese Richard Saltoun, ha presentato una selezione di artiste donne, tra queste l’indiana Reena Kallat che con i suoi lavori dai soggetti naturalistici ha generato diverse vendite dai 6.000 ai 10.000 euro. Oltre 50.000 euro per un’opera di Bice Lazzari, on hold per un museo americano. Ovviamente molti italiani pure tra i collezionisti: Giovanna Marianacci, Chiara Casolo Ginelli, Flaminia Cerasi, Tatà Stoppani, Andrea Vittoria Giovannini, Emilio Bordoli, Federico Marinoni, Chiara Margiotta, Marco Curina e Nicole Salikalis Bey, nonché la madrilena d’adozione, l’architetta Teresa Sapey; molti di loro hanno omaggiato la fiera con uno o più acquisti. Porta in alto il tricolore anche la mostra all’Istituto di Cultura Italiano a Madrid un dialogo colto e sorprendente tra Giulio Paolini e Luca Bertolo con la curatela di Elena Volpato.

L’offerta internazionale

Le gallerie internazionali in generale sono molto soddisfatte, soprattutto le più grandi hanno piazzato diverse vendite ben oltre i 100.000 euro fin dai primi giorni: Capitain Petzel di Berlino ha venduto una tela astratta di grandi dimensioni di Amy Sillman per 300.000 euro a una importante collezione europea, Peter Kilchmann un’opera di Francis Alys a oltre 200.000 euro e Thaddeus Ropac una scultura di Antony Gormley a 550.000 euro. Molto soddisfatta anche A Gentil Carioca presente nella sezione “Perfiles” dedicata ad artisti sudamericani, il solo show di Agrade Camiz (opere tra i 7.000 e i 25.000) ha colpito nel segno con un display giocoso e una pittura al contrario molto intensa e d’impatto, quasi una trasposizione astratta della sua vita di giovanissima madre sola cresciuta nelle favelas di Rio de Janeiro, il museo tba21 ha acquisito una sua opera.

Fonte: Il Sole 24 Ore