Per le carni bianche consumi in crescita: fatturato a 7,7 miliardi. Record anche per le uova
In tempi di inflazione e di tagli al carrello della spesa, carni bianche e uova continuano a performare in termini di produzione e consumi. Nel 2024 la filiera delle carni bianche ha segnato un +3,6% in volumi: i consumi interni sono cresciuti del 3,7%, toccando i 22 kg pro capite, il valore più alto dell’ultimo decennio (trend che si conferma anche nel primo semestre 2025).
L’identikit del comparto è stato aggiornato a Roma durante l’assemblea nazionale Unaitalia, l’associazione nazionale del settore avicolo italiano: 64mila addetti lungo la filiera – di cui 25.500 nella trasformazione – e un fatturato complessivo di 7,75 miliardi di euro (in crescita del 3,3% sul 2023).
«Il settore avicolo italiano conferma la propria solidità nonostante le incertezze e i timori legati a un contesto geopolitico e di mercato incerto e sfidante, un quadro regolatorio europeo in evoluzione e le preoccupazioni connesse alla diffusione del virus dell’influenza aviaria in Europa», commenta il presidente Unaitalia, Antonio Forlini. «Il 76% della produzione nazionale aderisce oggi al disciplinare Unaitalia –prosegue Forlini – e un terzo della produzione italiana certifica nel 2024 parametri di benessere animale in allevamento superiori ai limiti di legge».
Trend positivo anche per le uova: +3% la produzione e +3,8% i consumi nel 2024 (pari a 218 uova pro capite). L’indice di penetrazione domestica tocca il 94%, il più alto tra le fonti proteiche di origine animale. Un’affezione che si riflette nei dati del primo semestre con crescite del 10% a volume nelle vendite sia nella grande distribuzione che al dettaglio.
Quello delle uova è un fenomeno in ascesa anche in Europa: nonostante i rincari dovuti a caro-materiali e costi legati a target di benessere animale sempre più performanti, i consumi corrono nei Ventisette, toccando a giugno quota +8%. Segno del fatto che le famiglie abbiano sostituito prodotti più cari con proteine nobili più accessibili. E questo nonostante la riduzione forzata da aviaria della disponibilità di galline ovaiole abbia fatto alzare i prezzi, con rincari che Bruxelles quantifica oggi attorno al 27% su base annua e al 49% rispetto alla media quinquennale.
Fonte: Il Sole 24 Ore