Perché il Csr manager diventerà una figura chiave nelle aziende

Attenzione alla policy ambientale e alle pari opportunità. Grande preoccupazione per la dichiarazione non finanziaria e per una governance in linea con le migliori pratiche di mercato. Ma chi si sveglia ogni mattina in azienda e pensa soltanto alla sostenibilità? La figura chiave è il Csr manager che deve essere “ossessionato” dai temi green e social viste anche le continue novità normative sfornate Commissione e Parlamento europeo; meglio ancora se il Csr manager fa direttamente riferimento all’amministratore delegato.

Eppure in Piazza Affari tale figura non è gettonatissima. È quanto emerso dai risultati della quarta edizione dell’Osservatorio Esg di Plus24 che ha monitorato tutte le quotate (ad eccezione delle blue chip). Delle 112 aziende che hanno risposto al questionario, soltanto il 37% ha una figura con i poteri del Csr manager: in 15 imprese, tra le 41 che hanno risposto in maniera affermativa, il manager della sostenibilità fa riferimento all’amministratore delegato. In altre cinque aziende invece, il Csr manager fa capo al presidente o al suo vice; in due casi invece ad ascoltarne le proposte è il direttore finanziario. Le restanti imprese invece fanno rientrare questa figura negli staff della comunicazione o delle risorse umane.

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Non tutti i manager sono uguali

«Penso che sia aumentata di molto la sensibilità delle aziende verso i temi della sostenibilità, viste anche le ampie risorse che stanno per arrivare dall’Unione europea – spiega Marisa Parmigiani, presidente di Csr Manager Network e responsabile della sostenibilità di Unipol –. Allo stesso tempo, però, molte aziende devono capire che non tutti possono esercitare le funzioni del Csr manager. C’è bisogno di specializzazione. Un Csr manager specializzato in imprese assicurative o in banche, difficilmente potrà fare lo stesso mestiere alle Ferrovie se non dopo un paio d’anni di lavoro».

Specializzazione e competenza che non sono facili da trovare. «Gli head hunter hanno cominciato a occuparsi di queste figure da 3-4 anni – aggiunge Parmigiani –. Le stesse università hanno avviato corsi ad hoc da poco. D’altronde è una questione di mercato: se non c’è richiesta da parte delle imprese perché avviare dei corsi? E in Italia soltanto di recente è aumentata la domanda di Csr manager».

Altri trend della sostenibilità

La presenza di un manager della sostenibilità è dunque un indicatore importante per un’azienda che vuole rispettare i criteri Esg. Ma non il solo. «In questi quattro anni di Osservatorio Esg – ricorda Stefania Di Bartolomeo, ceo di Physis Investment, consulente di Plus24 per l’Osservatorio – abbiamo aggiornato e ampliato la struttura del questionario, tenendo traccia di alcuni fattori chiave. Fra questi indicatori quelli che mostrano un trend di crescita più elevato risultano essere: 1) l’impegno nell’utilizzo di energie rinnovabili (+48% in 4 anni); 2) l’attenzione a favorire la maternità (+66% in 4 anni), tema fondamentale per garantire pari opportunità di carriera ad entrambi i sessi. 3) la tutela del whistleblowing (+79% in 4 anni)».

Fonte: Il Sole 24 Ore