Perché le dimissioni della vicepremier Rayner sono un duro colpo per Starmer

Perché le dimissioni della vicepremier Rayner sono un duro colpo per Starmer

LONDRA – Rimpasto di Governo forzato in Gran Bretagna in seguito all’uscita di scena di Angela Rayner, vicepremier, vicepresidente del partito laburista e ministra dell’Edilizia. La Rayner ha rassegnato le dimissioni ieri dopo che un’indagine lampo ha concluso che aveva violato il codice di condotta ministeriale quando aveva pagato meno tasse del dovuto sull’acquisto di un appartamento.

Starmer ha colto l’occasione per rimescolare le carte, nominando vicepremier David Lammy, che passa anche dal ministero degli Esteri alla Giustizia. La ministra della Giustizia Shabana Mahmood diventa ministro degli Interni, mentre Yvette Cooper è stata trasferita dagli Interni agli Esteri. Il ministro dell’Ambiente Steve Reed prende il posto della Rayner come ministro dell’Edilizia.

Con il rimpasto Starmer cerca di rilanciare il Governo, ma le dimissioni della Rayner sono state un duro colpo per il premier, che l’ha difesa fino all’ultimo e ieri ha ribadito la sua «tristezza» per la perdita di «una collega fidata e una vera amica», che resterà comunque «una figura importante nel partito». Dopo giorni di rivelazioni sui media e l’ammissione della Rayner di avere fatto un errore involontario, Starmer aveva chiesto a Laurie Magnus, consulente indipendente sugli standard ministeriali, di fare luce sulla vicenda.

Ieri Magnus ha sottolineato che la Rayner ha «agito con integrità e con una dedizione esemplare al servizio pubblico», ma ha concluso che avrebbe dovuto rivolgersi a un consulente fiscale specializzato. La sua colpa è di avere “risparmiato” circa 40mila sterline in imposta di registro quando aveva acquistato un appartamento a Hove, sulla costa inglese, classificandolo come prima casa. Questo perché lei in seguito al divorzio dal marito aveva venduto la sua quota della sua ex residenza principale a Manchester, che nel frattempo era diventata parte di un trust creato per tutelare il figlio disabile.

Fonte: Il Sole 24 Ore