Perché Meta vuole sviluppare un motore di ricerca per il suo chatbot AI?

Perché Meta vuole sviluppare un motore di ricerca per il suo chatbot AI?

Il chatbot di Meta presente sulle piattaforme del gruppo tra cui Facebook, WhatsApp e Instagram e dallo scorso luglio disponibile anche in lingua italiana, ma non ancora accessibile per gli utenti in Unione Europa, potrebbe presto ottenere il supporto di Reuters per rispondere alle richieste degli utenti.

Simile a ChatGPT e Gemini, Meta AI usa l’intelligenza artificiale generativa per creare o modificare testi e immagini partendo da un comando di testo e ottenendo supporto dai dati forniti da Google Search e Bing.

Ciò nonostante, in futuro potrebbe cambiare qualcosa: infatti, secondo quanto affermato da The Information, la società fondata da Mark Zuckerberg starebbe sviluppando un motore di ricerca per il suo assistente virtuale affinché possa funzionare in modo indipendente dai servizi forniti da Google e Microsoft. Inoltre, la scorsa estate Meta ha annunciato l’utilizzo di un web crawler utile per diversi scopi e, in particolare, per “l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale o il miglioramento dei prodotti” mentre la fonte della notizia sostiene che il progetto, guidato da Xueyuan Su nel ruolo di Engineering Manager di Meta, è già in corso da circa otto mesi per creare un database di informazioni utili per il chatbot.

In aggiunta, durante lo scorso ottobre il portavoce di Meta, Jamie Radice, avrebbe affermato attraverso una e-mail a The Verge la collaborazione con la nota agenzia di stampa britannica: “Stiamo sempre lavorando per migliorare i nostri prodotti e, attraverso la partnership di Meta con Reuters, Meta AI può rispondere a domande relative alle notizie con riassunti e link ai contenuti di Reuters. Mentre la maggior parte delle persone usa Meta AI per attività creative, approfondimenti su nuovi argomenti o assistenza su come fare, questa partnership contribuirà a garantire un’esperienza più utile per coloro che cercano informazioni sugli eventi attuali”.

Fonte: Il Sole 24 Ore