Philip Morris, l’intesa sul tabacco vale 150 milioni di Pil all’anno

Philip Morris, l’intesa sul tabacco vale 150 milioni di Pil all’anno

La prima tappa è prevista a Napoli, all’Università Federico II, il 21 luglio. Step iniziale del road show – che toccherà poi Umbria e Veneto – con il quale Philip Morris Italia spiegherà alle aziende agricole i termini dell’accordo sulla filiera del tabacco. Soprattutto illustrerà l’impatto economico dell’investimento da circa 1 miliardo di euro deciso dalla divisione italiana della multinazionale americana. Investimento che blinderà per dieci anni oltre 28.700 posti di lavoro, tra diretti e indotto, e contribuirà al Pil delle tre regioni coinvolte per quasi 150 milioni di euro all’anno. Una svolta impressa con l’intesa siglata alla fine dello scorso anno con Coldiretti e con il ministero dell’Agricoltura. Svolta della quale ora si conoscono i numeri. Archiviata l’era degli accordi triennali o quinquennali precedenti, per la prima volta l’intesa è spalmata su dieci anni.

«Abbiamo voluto dare alle aziende una prospettiva di lungo periodo per agevolare gli investimenti e offrire certezze occupazionali», dice Cesare Trippella, head of Leaf Ue della multinazionale. «E per rendere maggiormente attrattivo il settore – prosegue Trippella – abbiamo integrato nell’accordo Digital Farmer, un progetto rivolto ai giovani coltivatori per innestare in agricoltura formazione, innovazione, sviluppo delle competenze, nuove tecnologie e per favorire l’imprenditorialità giovanile, in collaborazione con l’Università di Perugia».

L’intesa ancora una volta – è così dal 2011 – è senza intermediari, per un approvvigionamento a chilometro zero, per l’acquisto, la gestione e la prima trasformazione. Con un investimento riservato per il 70% alla parte agricola e per il 30% alla lavorazione della materia prima nelle regioni dove si concentra la gran parte della produzione tabacchicola italiana. In pratica, per quanto riguarda l’occupazione, in ogni regione vengono garantiti oltre un terzo dei lavoratori che operano nell’ambito della filiera agricola in Italia della multinazionale, creando anche le condizioni per rimuovere gli ostacoli nel reperimento della manodopera. «Adesso con i lavoratori possiamo fare un ragionamento di lungo periodo, con attività di formazione continuativa – conferma Gennaro Masiello, vice presidente di Coldiretti -. Possiamo offrire nuove garanzie e stabilizzare». C’è poi la questione degli investimenti da parte delle aziende agricole. «Quelle che possono beneficiare di accordi di filiera di lunga durata sono le più innovative – prosegue Trippella -. E sappiamo che molte aziende hanno già messo in cantiere il rinnovo del parco macchine. L’intesa innesca una stagione di investimenti». Investimenti che riguardano anche la diversificazione dell’approvvigionamento energetico attraverso fonti rinnovabili, dalle biomasse agli impianti fotovoltaici, per la sostenibilità della produzione. «I nostri coltivatori non utilizzano più il gasolio», dice Trippella.

L’accordo coinvolge circa un migliaio di aziende. In Campania Philip Morris, primo acquirente in regione, acquista il 50% della produzione. Qui l’impatto occupazionale è stimato in oltre 10 mila lavoratori, tra quelli diretti e quelli dell’indotto. Con un contributo totale al Pil regionale di 24,8 milioni all’anno. Il road show proseguirà poi a Perugia (dove è previsto il 30 luglio) e in Veneto, a Verona, dove farà tappa il 1° agosto. Proprio in Veneto, dove Philip Morris rileva il 60% della produzione complessiva, si trovano le più grandi aziende agricole tabacchicole dell’Europa, esempio anche di una agricoltura digitalizzata e innovativa. In questo caso il contributo totale al Pil della regione sarà di 55,8 milioni all’anno, per un totale di 9.170 posti di lavoro, sempre tra diretti e indiretti. Quanto all’Umbria, l’accordo genererà un Pil di 68,3 milioni di euro (sempre all’anno). Mentre saranno garantiti 9.500 posti di lavoro. L’Umbria nel panorama italiano della multinazionale è anche un polo di eccellenza per l’innovazione del settore. Qui ha sede il Laef Innovation Hub di Philip Morris. Un polo che, sempre in collaborazione con l’Università di Perugia, è il cuore della ricerca, sperimentazione e sviluppo di nuove competenze. Sempre in Umbria, in provincia di Perugia, si trova anche l’European Leaf Wharehousing Center, centro di primo stoccaggio del tabacco destinato alla lavorazione nei principali stabilimenti produttivi europei di Philip Morris. Mentre a Terni da due anni è operativo Il Philip Morris Disc, cuore dell’assistenza ai consumatori adulti italiani delle sigarette senza combustione e per il quale è stato messo in cantiere un investimento di 30 milioni. Per il gemello campano, in provincia di Caserta, è previsto invece un altro investimento da 50 milioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore