
Piemonte, le imprese resistono ma le incognite arrivano da Usa e Cina
La sorpresa, per l’analisi previsionale realizzata da Confindustria Piemonte, è che il clima di fiducia registrato tra le imprese della regione è stabile, nonostante le incertezza dello scenario economico e le variabili geopolitiche pesanti. Sul Piemonte, più che in altre aree d’Italia, pesano anche forti condizionamenti interni come il ridimensionamento strutturale dell’industria dell’auto e la crisi delle esportazioni, storica leva di sviluppo per la regione subalpina.
Parla di resilienza delle imprese il presidente degli industriali del Piemonte Andrea Amalberto che però mette in fila le principali incognite dei prossimi mesi, a cominciare dai dazi imposti dall’amministrazione americana che colpiscono gli scambi commerciali con il primo mercato extra Ue per il Piemonte.
«Il momento è molto difficile, iniziamo a vedere gli effetti dei dazi e mi auguro che anche gli Stati Uniti si rendano conto del danno che questi rappresentano anche per le aziende americane. Noi stiamo lavorando – spiega Amalberto – per cercare nuovi mercati, questa è una priorità strategica, . che potrà dare i suoi frutti fra qualche tempo». Il sistema industriale piemontese, dunque, saprà andare avanti.
Tra le riflessioni in atto c’è quella su Stellantis e in generale sul sistema automotive piemontese, che comprende ad esempio anche il dossier Italdesign. «Potrebbe essere una grande opportunità oppure un grande disastro – aggiunge Amalberto – certo è che ci sono delle partite ancora aperte, difficili». Tra le altre importanti industrie piemontesi ci sono quelle del vino e i macchinari. «Il mercato del vino è fermo» spiega Amalberto, lo dicono i dati dell’Asti ad esempio. Il secondo problema è rappresentato dai macchinari e dagli impianti, che subiranno sempre più la concorrenza dei prodotti cinesi, esamina Amalberto, alle prese con consumi interni in assestamento e alla ricerca di nuovi mercati di espansione.
Dopo il rallentamento registrato a giugno, in autunno le nostre imprese esprimono attese in linea con quelle della scorsa rilevazione, dimostrando una buona solidità e capacità di tenuta, nonostante il perdurare della crisi in alcuni settori chiave come il tessile e il metalmeccanico, e un rallentamento delle esportazioni verso i mercati tradizionali. È quanto emerge dall’indagine congiunturale realizzata a settembre dal Centro Studi dell’Unione Industriali Torino su un campione di oltre 1.200 aziende del sistema confindustriale piemontese.
Fonte: Il Sole 24 Ore