
Pil, start up e depositi in frenata. Nascite giù, retribuzioni stabili
I dati della Qualità della vita diventano una bussola per studiare il presente e orientarsi verso il futuro, soprattutto attraverso la loro analisi nel tempo. Il confronto su base annua dei 90 indicatori presi in esame mette in luce i trend che stanno “modificando” il Dna del nostro Paese. E aiuta a capire quali sono le criticità su cui è necessario investire.
Le disuguaglianze reddituali, in particolare nelle grandi città metropolitane, stanno polarizzando il confronto sociale (si veda l’articolo a pagina 20). In parallelo la criminalità – dopo anni di trend in flessione – nel 2023 è tornata per la prima volta a salire nel numero di reati denunciati sul territorio (+2,2% su base annua), così come l’affollamento degli istituti di pena dove in media si contano 119 detenuti ogni 100 posti disponibili.
Nel frattempo il calo demografico, ben rappresentato dal 3% in meno di nascite nel 2023 rispetto all’anno precedente, genera effetti a cascata anche nel tessuto imprenditoriale. Il numero di start up innovative ogni mille società di capitale è sceso da 6,1 a 5,6 in un anno. Anche le imprese giovanili, con titolare under 35, continuano a diminuire (-2,7% rispetto al 2024). In ambito economico la crescita del Pil pro capite rallenta, in particolare nelle province del Nord (+1,1% in Lombardia nel 2024 in base alle stime Prometeia rispetto al valore aggiunto del 2023) e il crollo dell’export si abbatte sui territori più esposti. La sua incidenza sul Pil si è ridotta del 20% su base annua.
L’inflazione quest’anno ha notevolmente rallentato la sua corsa, rispetto ai due anni precedenti, ma continua a generare una certa pressione sui bilanci familiari, in particolare sui beni alimentari. Tanto che i depositi bancari delle famiglie consumatrici stanno perdendo consistenza: l’importo medio fermo a luglio 2024 nei conti correnti è sceso del 6% rispetto a quello di un anno fa. Una situazione aggravata dalla sostanziale stabilità delle retribuzioni annue dei lavoratori dipendenti del settore privato, cresciute solo di circa 850 euro nel 2022 (+4,3%) a fronte di un’inflazione dei prezzi al consumo impennata di oltre l’8 per cento nell’anno successivo.
Il tutto si inserisce in un contesto urbano in continuo cambiamento. Le anomalie climatiche legate alle temperature medie sono cresciute di 0,1 ° C rispetto al decennio di riferimento 2011-21. Tra gli altri indicatori che raccontano l’evoluzione delle nostre città, ci sono quelli relativi all’aumento delle piste ciclabili (+0,49 metri equivalenti ogni 100 abitanti nel 2023), alla percentuale di raccolta differenziata (+1,4% su base annua), al consumo di suolo (oltre 6.400 ettari di incremento netto tra il 2022 e il 2023) e alla concentrazione di Pm10 (purtroppo in aumento di 1,66 microgrammi per metro cubo nel 2022). Cresce dello 0,97% la percentuale di laureati tra i 25 e i 39 anni, così come il consumo di farmaci contro la depressione (+2,24% nel 2023 su base annua).
Fonte: Il Sole 24 Ore