Pillola contraccettiva: l’Europa si muove a velocità diverse. E in Italia?

Pillola contraccettiva: l’Europa si muove a velocità diverse. E in Italia?

La pillola anticoncezionale è il secondo metodo più utilizzato, in particolare nella fascia d’età tra i 20 e i 29 anni. Inoltre, il 39,7% delle donne ha dichiarato di aver utilizzato almeno una volta la contraccezione d’emergenza. Tra le adolescenti, oltre il 63% richiede regolarmente farmaci per il dolore mestruale, un dato che dimostra la necessità di una presa in carico più strutturata della salute riproduttiva femminile.

L’accesso alla pillola del giorno dopo è formalmente garantito in farmacia, senza prescrizione, per entrambe le formulazioni: il levonorgestrel (da assumere entro 72 ore) e l’ulipristal acetato, commercializzato con il nome ellaOne (efficace fino a 120 ore). Tuttavia, solo alcune comunità autonome (tra cui Catalogna, Paesi Baschi e Madrid) ne garantiscono la distribuzione gratuita nei centri sanitari pubblici, mentre in altre regioni resta un costo a carico delle donne.

Il recente report della Federación de Planificación Familiar SEDRA denuncia proprio questa disomogeneità, mappando le differenze regionali nell’accesso ai metodi contraccettivi. In particolare, si sottolinea come in molte zone rurali o periferiche manchino centri informativi e servizi per una consulenza contraccettiva tempestiva.

Infine, un altro ostacolo importante è la disinformazione. Molte donne, per esempio, non sanno che esistono due tipi diversi di pillola del giorno dopo o pensano erroneamente che questa sia efficace solo entro 24 ore. La SEC insiste quindi sulla necessità di potenziare le campagne educative nelle scuole e attraverso i canali digitali, per garantire un accesso non solo materiale ma anche consapevole alla contraccezione.

Austria: nessun rimborso nazionale, ma un progetto pilota prova a cambiare le regole

In Austria, la contraccezione è ancora considerata una responsabilità individuale, prevalentemente femminile, e i costi sono quasi interamente a carico delle utenti. Secondo il rapporto pubblicato dal Ministero della Salute nel giugno 2024, una donna su due paga di tasca propria il proprio metodo contraccettivo; solo una su quattro divide i costi col partner.

Fonte: Il Sole 24 Ore