Pirateria, mano pesante della Procura di Catania: otto arresti

Pirateria, mano pesante della Procura di Catania: otto arresti

La Procura di Catania lo definisce il «vertice del mercato illegale dello streaming italiano». È lì che hanno messo le mani gli investigatori della Polizia Postale, al termine di una lunga inchiesta che ha portato a otto arresti domiciliari. I numeri raccontano più di mille aggettivi: 10 milioni di euro di profitti, 30 milioni di danni stimati all’industria dell’audiovisivo, 900mila utenti collegati a questo impero nero dell’Iptv clandestina.

Gli indagati – distribuiti tra Catania, Siracusa, Roma, Brescia e l’estero – avrebbero gestito un sistema pirata che offriva a prezzi stracciati l’offerta di contenuti di Sky, Dazn, Mediaset, Netflix e Amazon Prime. Non un’accozzaglia improvvisata di smanettoni, ma una vera «impresa criminale» organizzata con ruoli precisi: capo, vice capo, master, admin, tecnico, reseller. Un organigramma da multinazionale parallela, sorretta da server all’estero, messaggistica crittografata, identità fittizie e documenti falsi.

Il modello di business era spietato: il gruppo stabiliva i prezzi degli abbonamenti, decideva le sospensioni del servizio e regolava i rapporti con la rete capillare dei rivenditori, vincolati a un catalogo di regole per depistare gli investigatori e inquinare le prove. Una gestione manageriale, con l’unica differenza che il prodotto offerto era rubato.

Questa operazione – sviluppo della “Gotha” del 2022 – ha svelato il cuore pulsante di un mercato parallelo che intercetta ogni giorno centinaia di migliaia di italiani. Ed è proprio qui che si misura la portata del fenomeno: un sistema industriale capace di erodere miliardi al settore legale e di mettere a rischio la sicurezza informatica degli stessi clienti.

Fonte: Il Sole 24 Ore