Più accordi tra gli ex sugli animali domestici ma le tutele sono poche

Più accordi tra gli ex sugli animali domestici ma le tutele sono poche

L’affidamento degli animali domestici entra sempre più spesso negli accordi di separazione e divorzio, con la regolamentazione dei giorni e degli orari di visita come avviene per i figli.

Quando però manca l’intesa e la questione finisce in tribunale, il giudice non può pronunciarsi, dato che nel nostro ordinamento non esiste una norma che disciplini espressamente il diritto di visita per gli animali da affezione. In questi casi si deve allora ricorrere a un separato giudizio, di tutela possessoria, per decidere se il legame stabilito sia meritevole di tutela.

Considerazioni che valgono anche quando a lasciarsi sono i partner di una coppia di fatto: anche in questo caso, se gli accordi raggiunti dagli ex sull’affidamento degli animali domestici saltano, l’unica strada percorribile è quella della tutela possessoria.

Il caso

Così, il Tribunale di Rovigo, con l’ordinanza del 15 maggio scorso, ha respinto il ricorso cautelare per ottenere un provvedimento urgente (in base all’articolo 700 del Codice di procedura civile) presentato da un marito separato che lamentava il fatto che la moglie gli impedisse di vedere il labrador, acquisito durante il matrimonio ma intestato soltanto a lei. Nelle condizioni di separazione era stato previsto il diritto di visita a favore del marito e in un primo tempo era stato rispettato. Ma, in seguito a un ricovero in ospedale della moglie, le visite si erano interrotte, finché la donna aveva trasferito la proprietà del cane alla madre.

Fonte: Il Sole 24 Ore