Più mercato sulle colonnine elettriche e maglie strette sull’in-house nei servizi pubblici locali

Più mercato sulle colonnine elettriche e maglie strette sull’in-house nei servizi pubblici locali

Il consiglio dei ministri ha approvato il nuovo disegno di legge annuale per la concorrenza. Il quinto in totale, e il terzo del governo Meloni, da quando nel 2009 fu introdotto l’obbligo per l’esecutivo di presentare ogni anno un provvedimento alle Camere. Si tratta di una riforma inserita nel Pnrr, da approvare in Parlamento entro fine anno.

Il Ddl, nove articoli in tutto, prevede che, in caso di gestione insoddisfacente dei servizi pubblici locali di rilevanza economica (da accertare sulla base di tre indicatori), i Comuni con oltre 5mila abitanti devono adottare un atto di indirizzo con cui imporre al gestore azioni correttive, con la possibilità anche della revoca. Scatteranno inoltre sanzioni – da 5mila a 500mila euro – per l’omessa pubblicazione della ricognizione sull’andamento. Un cambiamento forse più rilevante riguarda il trasporto pubblico regionale (sia ferroviario sia su gomma), perché vi si applica per la prima volta l’obbligo di motivazione di affidamenti senza gara che è già in vigore per i servizi pubblici locali, con l’aggiunta delle nuove disposizioni prima citate su ricognizione dei risultati e azioni correttive (con relative sanzioni). L’Authority dei trasporti dovrà adottare, entro il 2026, delle linee guida per migliorare la qualità dell’affidamento del servizio.

E veniamo al tema delle colonnine per la ricarica elettrica delle auto. Nella realizzazione e gestione di queste infrastrutture, a fronte di richieste di autorizzazione con caratteristiche comparabili i Comuni dovranno dare priorità ai soggetti che hanno meno del 40% del totale dell’installato o di quanto autorizzato nel territorio comunale. L’articolo 5 del Ddl tocca invece il tema degli aeroporti, innalzando da 1 milione a 5 milioni di movimenti passeggeri all’anno la soglia che fa scattare modelli semplificati di aggiornamento dei diritti versati dalle compagnie ai gestori. C’è poi un chiarimento sui requisiti per la costituzione delle società tra professionisti. L’attuale normativa era stata criticata dall’Antitrust. La nuova disposizione del Ddl chiarisce che «la partecipazione sociale dei professionisti deve essere tale da assicurare a questi ultimi la possibilità di determinare la maggioranza dei due terzi nelle deliberazioni o decisioni, tenuto conto delle regole stabilite per il modello societario prescelto per la costituzione della società».

Un capitolo a parte riguarda le Fondazioni per il trasferimento tecnologico, con un riassetto che ha come primo effetto quello di far decadere i vertici di Enea Tech e Biomedical, attualmente presieduta dall’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria. La dote di 250 milioni che fa capo a Enea Tech e Biomedical sarà aperta anche ad altre Fondazioni attive nel trasferimento tecnologico (il ministro delle Imprese e de made in Italy Adolfo Urso ha citato Chips.It, AI4Industry e Tecnopolo di Taranto) e ai Competence center. Sarà comunque la stessa Tech e Biomedical (scompare il riferimento a Enea), con nuova governance e nuovi vertici, a valutare i progetti e ad assegnare il relativo budget. Tutto questo sarà inquadrato in un atto di indirizzo che i ministri Urso e Anna Maria Bernini (Mur) dovranno elaborare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge.

Fonte: Il Sole 24 Ore