
Più occupati nel turismo, ma un’assunzione su due è difficile da trovare
Il turismo rappresenta un volano per il mercato del lavoro in Italia, l’occupazione continua a crescere, ma le imprese devono fare i conti con la mancanza di personale rischia di arrestare bruscamente la corsa del settore che traina l’economia italiana da anni. Le imprese faticano a trovare cuochi, pasticcieri, gelatai e camerieri, e a farne le spese sono soprattutto le aziende del Centro Nord.
Il 51,8% di posizioni cercate sono introvabili dalle imprese
Nel 2024 questo comparto ha superato 1,5 milioni di addetti (+2,1% rispetto al 2023 e +21,5% rispetto al 2014). Ma sono aumentate fortemente anche le posizioni introvabili: secondo le previsioni Unioncamere-Excelsior, le entrate previste nel settore alloggi, ristorazione e servizi turistici lo scorso anno ammontavano a oltre 1 milione 167 mila, pari al 21,2% del totale delle assunzioni previste dalle aziende italiane. Rispetto al 2019, quando le entrate erano poco più di 854 mila, la difficoltà di reclutamento è cresciuta in modo esponenziale: il tasso di irreperibilità dei profili per le aziende che operano nel settore è passato dal 24,6% (2019) al 51,8% (2024) mentre il numero dei lavoratori introvabili è quasi triplicato, da 210 mila a 604 mila. E nel primo semestre 2025 Excelsior ha previsto previsto 647 mila assunzioni nel settore, il 12,5% in più di assunzioni del 2024.
Un rapporto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, “L’occupazione nel turismo, tra opportunità e limiti di crescita”, elaborata su dati Istat, evidenzia che a mancare sono soprattutto cuochi (irreperibili nel 61,7% dei casi), pasticcieri e gelatai (59,8%), camerieri (54,7%), baristi (50,6%) e, ancor di più, i tecnici della produzione e preparazione alimentare (76,4%). La difficoltà riguarda in modo particolare le regioni che negli ultimi anni hanno assistito a una crescita del fabbisogno di figure per il comparto ricettivo-ristorativo: come Sicilia, Calabria e Sardegna. Le regioni con più alti livelli di mismatch tra domanda e offerta di lavoro sono invece nel Centro Nord: Molise (66,6% dei profili giudicati irreperibili dalle aziende), Umbria (61,1%), Trentino Alto Adige (58,4%), Lazio (58,1%), Piemonte e Val D’Aosta (55,7%).
Le criticità che rendono il settore meno attrattivo
Il settore sconta criticità strutturali che rischiano di comprometterne la capacità di attrazione dal punto di vista occupazionale: tra i principali fattori c’è l’elevata incidenza del lavoro irregolare che ancora caratterizza il 13,5% dell’occupazione del settore, la stagionalità dei rapporti di lavoro, l’intensità delle attività e una qualità dell’offerta occupazionale che, in molti casi, si mantiene su livelli modesti. A pesare negativamente è anche l’assenza sistemica di percorsi formativi idonei che producano personale qualificato in misura adeguata alle richieste, stagionalità e intensità del lavoro.
Fonte: Il Sole 24 Ore