
Pizzaballa: «Siamo contenti. È tutto fragile ma bisogna cominciare»
Le persone stanno festeggiando ovviamente a Gaza, c’era tanta stanchezza e c’è tanto dolore?
Sì, il dolore è ancora tanto, le ferite sono ancora aperte, sanguinanti. A Gaza la situazione, anche se adesso ci sarà il cessato del fuoco, resterà drammatica ancora per molto tempo, è tutto da ricostruire, ammesso sempre che si arrivi a una conclusione definitiva di questo conflitto, per cui non dobbiamo farci troppe illusioni. La fine della guerra non è la fine del conflitto, però ripeto abbiamo bisogno di qualcosa di positivo. Adesso dobbiamo rallegrarci di questo passaggio che segna un nuovo inizio di cui avevamo estremo bisogno.
Che cosa serve subito a Gaza? Quali sono le necessità immediate?
È tutto distrutto, non c’è nulla. Adesso servono le tende, perché arriva l’inverno e c’è tanta gente senza nulla. Servono medicinali, oltre ai viveri naturalmente. Serve ricominciare, visto che siamo a ottobre e ancora c’è il tempo, per quanto possibile un anno scolastico, sarebbe altrimenti il terzo anno senza scuola.
Lei ha detto più volte che c’è stato troppo odio e non sono solo i muri che devono essere costruiti. Bisognerà fare tutto un lavoro all’interno delle due società di ricostruzione?
Fonte: Il Sole 24 Ore