Plastica, in Europa chiudono sempre più impianti e ora crolla anche il riciclo

Plastica, in Europa chiudono sempre più impianti e ora crolla anche il riciclo

La produzione di plastica in Europa continua a diminuire, a ritmi ancora più veloci del previsto. E per la prima volta dal 2018 si registra un netto calo anche per la plastica derivata da riciclo. Non è una tendenza favorevole, al di là di quanto si possa pensare, quella evidenziata dagli ultimi dati raccolti da Plastics Europe e l’associazione di settore non solo lancia l’ennesimo allarme sul fronte della deindustrializzazione nel Vecchio continente, ma mette in guardia anche in relazione agli obiettivi ambientali.

«L’erosione della competitività europea minaccia la transizione della nostra industria», si legge nel commento ai dati. «La trasformazione della Ue in un sistema circolare per la plastica è in grave pericolo a causa delle importazioni che non sempre rispettano gli standard europei», avverte Marco ten Bruggencate, presidente dell’associazione. «La dura verità è che stiamo già assistendo alla chiusura di impianti di produzione nell’Ue, con conseguente delocalizzazione dell’industria, dei posti di lavoro e degli investimenti sostenibili».

Il comparto dà tuttora lavoro in Europa a oltre 1,5 milioni di persone in 51.700 aziende, che l’anno scorso hanno generato circa 365 miliardi di euro di fatturato, ricorda Plastics Europe, ma ci sono segnali di sofferenza sempre più acuti, che ci consegnano ad una crescente dipendenza dall’estero, in particolare da Stati Uniti, Medio Oriente e Cina, dove i costi produttivi sono molto inferiori (nei primi due casi anche per la possibilità di usare idrocarburi “fatti in casa”) e ci sono impianti di grandi, talvolta enormi dimensioni, che consentono forti economie di scala.

A livello globale, secondo Plastics Europe, la produzione di plastica è aumentata del 3,4% l’anno scorso: da 400 a 413 milioni di tonnellate. Nell’Unione europea invece c’è stato un calo dell’8,3%, da quasi 59 milioni a 54 milioni di tonnellate, di cui 42,9 milioni di plastica vergine, che deriva da combustibili fossili.

Fonte: Il Sole 24 Ore