Plastica, in Europa frena il riciclo

Plastica, in Europa frena il riciclo

L’industria europea del riciclo della plastica vale 9,1 miliardi di euro, ha 13,2 milioni di tonnellate di capacità, circa 850 aziende e oltre 30mila addetti. Con Spagna, Germania, Italia e Polonia che – secondo gli ultimi dati disponibili al 2023 – superano i 100 impianti ciascuno. Notevolmente cresciuto con la strategia Ue sulle plastiche del 2018, ora il settore è in crisi: secondo Plastics Recyclers Europe – associazione che rappresenta oltre 200 riciclatori in Europa – tra gennaio e luglio 2025 è stata persa una capacità pari a quella del 2024 e tre volte quella del 2023. Sono sono stati chiusi circa 40 impianti, soprattutto nei Paesi Bassi, nel Regno Unito e in Germania ed entro fine 2025 si rischia di perdere quasi un milione di tonnellate di capacità produttiva.

«Dal 2018, con la pubblicazione della European Strategy on Plastics – spiega Paolo Glerean, membro del board di Plastic Reycycles Europe –l’Europa ha iniziato a puntare su una strategia di riciclo come soluzione locale e circolare, sia per creare economia sia per risparmiare sulle emissioni di CO2. Oggi si trasformano in Europa circa 50-60 milioni di tonnellate di plastica, di cui il 40% è packaging». La strategia europea punta a quadruplicare entro il 2030 il volume di riciclo rispetto al 2015 – spiega Glerean – e tra il 2018 e il 2023, la capacità di riciclo meccanico è, infatti, passata da 6 a 13,2 milioni di tonnellate «ma raccolta e domanda non sono cresciute di pari passo, creando la crisi attuale: Serve che la raccolta cresca anche qualitativamente e sia standardizzata su scala continentale», sottolinea Glerean.

Le pressioni sulla filiera

Oggi la filiera subisce concorrenza da import a basso costo e spesso incontrollato o con certificazioni di conformità false; raccolta non uniforme; alti costi energetici e prezzi bassi delle plastiche vergini non Ue. «Le aziende hanno raddoppiato la capacità produttiva, ma senza sufficiente raccolta in quantità e qualità. E una capacità di riciclo raddoppiata implica un potenziale raddoppio dell’offerta su una domanda che non è aumentata nella stessa misura, con effetti sui prezzi di vendita. A questo si aggiunge la concorrenza del riciclato importato», rileva Glerean.

Le importazioni di polimeri extra-Ue sono infatti aumentate del 5% tra il 2023 e il 2024 e stime preliminari indicano che il 2025 potrebbe toccare un nuovo record. La materia prima di base ci sarebbe: ogni anno nella Ue si raccolgono oltre 32 milioni di tonnellate di rifiuti plastici (dati 2022 di Plastics Europe), ma grandi quote di questi, troppo scadenti, vengono esportate in Turchia e Cina (+36% fra 2023 e 2024). Per arginare la crisi, Plastics Recyclers Europe chiede più tutele doganali e controlli contro le importazioni non conformi, incentivi «come Iva ridotta sul riciclato e riconoscimento dei risparmi CO₂ grazie al riciclo» e tagli dei costi energetici.

Fonte: Il Sole 24 Ore