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Plastica riciclata: nel 2024 produzione in aumento (+3,2%), ma fatturati in calo
Le prime chiusure
La filiera italiana è fragile, «da anni sopravvive, ma tra il 2024 e il 2025 sono arrivate le prime chiusure: due aziende», rivela Walter Regis, presidente di Assorimap. Il problema è nei costi: energia elettrica schizzata a 135 euro al MWh a fine 2024 e feedstock sempre più cari. Ma non solo. L’Europa ha raddoppiato la capacità produttiva di riciclati dal 2016, ma le importazioni low cost – soprattutto da Asia e Nord Africa – invadono il mercato, spesso senza garanzie di tracciabilità.
«È urgente intervenire con strumenti concreti. Chiediamo un sistema europeo di certificazione, codici doganali specifici per distinguere riciclato e vergine, e soprattutto il riconoscimento economico del valore ambientale del riciclo, attraverso meccanismi simili all’Emission Trading», aggiunge Regis.
Taglio delle emissioni
Gli studi confermano il potenziale delle imprese: ogni tonnellata di plastica riciclata evita tra 1,1 e 3,6 tonnellate di CO₂ rispetto a incenerimento, discarica o produzione di vergine. «Su scala nazionale, questo si tradurrebbe in 7,2 milioni di tonnellate di CO₂ risparmiate annualmente, pari all’intero obiettivo del Pniec per la gestione rifiuti al 2040», recita una nota di Assorimap.
Fonte: Il Sole 24 Ore