
Pnrr, attivato l’85% delle risorse: monitoraggio Confcommercio sui progetti
Nei monitoraggi più aggiornati condotti percorrendo il cervellone di ReGis risulta che quasi l’85% delle risorse del Pnrr è stata ormai «attivata», nel senso che è stata collegata a un progetto partito e arrivato ora a una delle diverse fasi di attuazione, collaudo compreso. In qualche caso le risorse europee sono state affiancate da cofinanziamenti nazionali, che portano a 207 miliardi il totale dei fondi pubblici mobilitati. Ma anche i privati destinatari degli incentivi hanno dovuto spesso metterci del loro, in un meccanismo che secondo le stime ha mosso altri 12,5 miliardi.
I numeri del Piano
I calcoli condotti in queste settimane al ministero dell’Economia aiutano a misurare la boa intorno a cui è impegnato oggi il Pnrr italiano. Che viaggia più spedito di quel che sembra dai dati ufficiali sull’avanzamento finanziario censiti da ReGis, il cervellone telematico del Mef che tasta il polso a ogni ramo del Piano nazionale, ma si trova ora in ogni caso di fronte a una sfida non facile per portare a termine la spesa nei tempi previsti, e giudicati immodificabili dalla Commissione Ue.
Il nodo della spesa
Perché è vero che il Piano è «performance based», e misura quindi il proprio stato di salute sul grado di conseguimento degli obiettivi e non sul tasso di utilizzo delle risorse. Ed è vero anche che su questa metrica l’Italia è superata nel confronto internazionale da Paesi titolari però di un Piano non confrontabile per dimensioni con quello di Roma, a partire dalla Francia che con il Next Generation Eu ha finito per finanziare un programma di ripresa post-Covid già elaborato prima dal Governo nazionale. Ma è difficile immaginare che lo scalone fra la colonna di milestones e target raggiunti e quella della spesa effettuata non sia chiamato a ridursi in fretta, a meno di non sperare nella possibilità di realizzare tutte le opere del Piano con risparmi consistenti quanto complicati da ipotizzare.
Passato dalla lunga fase dei progetti e degli appalti a quella dei cantieri, però, il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha cominciato a occupare davvero in questi mesi il centro della scena nella vita delle città e dei territori, rendendosi sempre più visibile anche al di fuori della platea degli addetti ai lavori impegnati da anni a compulsare tabelle e stati si avanzamento.
Il monitoraggio di Confcommercio
Lo dimostrano i dibattiti che si intensificano sui territori, e le analisi che si moltiplicano da parte dei più diversi attori economici.
Fonte: Il Sole 24 Ore