Ponte sullo stretto, la Corte dei conti non dà il via libera e chiama in causa la decisione del collegio

Ponte sullo stretto, la Corte dei conti non dà il via libera e chiama in causa la decisione del collegio

Passa la palla l’ufficio della Corte dei conti che sta esaminando il dossier Cipess per dare il via al Ponte sullo Stretto. L’Ufficio di controllo ha infatti emanato una “richiesta di deferimento all’organo collegiale”, visti i dubbi che permangono sull’intera documentazione trasmessa. Nel documento di 23 pagine, firmato dal magistrato istruttore della Sezione di controllo di legittimità, si chiede che la delibera Cipess n. 41/2025, quella che approva il progetto definitivo del Ponte e assegna anche risorse del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027, sia sottoposta a un esame collegiale prima della registrazione.

I rilievi della Corte

Il deferimento muove da una serie di rilievi tecnici. Innanzitutto “tenuto conto della particolare rilevanza della infrastruttura di cui trattasi, delle rilevanti risorse che la stessa impegna e della specifica valenza autorizzatoria che il d.l. 35/2023 riconnette alla delibera all’esame fosse, nel caso di specie, esigibile un maggiore livello di esplicitazione delle valutazioni effettuate”, lamenta la Corte dei conti. E questo, aggiunge, “anche al fine di garantire effettività al principio di trasparenza dei processi decisionali e valutativi che caratterizza, in particolare, le grandi opere infrastrutturali e cui assolve, tra l’altro, la prescritta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale”. Sul merito ce n’è per tutti i gusti.

Aspetti procedurali

Si parte dagli aspetti procedurali. E’ qui che si annidano le prime crepe nella procedura. La Corte rileva ancora un difetto nella trasmissione degli atti con l’assenza di alcuni documenti cruciali come la “Delibera del Consiglio di Amministrazione della SdM del 29 luglio 2011 (oggetto di richiesta integrativa, per le vie brevi, non soddisfatta)” e “gli Atti aggiuntivi (quelli in data 30 settembre 2010 e 27 maggio 2011) al contratto intercorso tra la Società Stretto di Messina S.p.a. e il Contraente generale (recanti, tra l’altro, le varianti intervenute)”.

Procedura Iropi

Un altro capitolo riguarda la procedura Iropi, con cui il governo ha assoggettato il Ponte ai motivi imperativi di interesse pubblico, escludendola dal controllo preventivo della Corte. L’Ufficio chiede però di verificare la conformità alle direttive Habitat e Vinca e l’effettiva interlocuzione con la Commissione europea, avviata a giugno 2025 ma non documentata in modo completo negli atti trasmessi. Per i magistrati contabili, la questione resta aperta e dovrà essere chiarita in sede collegiale.Restano in dubbio anche altre esclusioni dai pareri sull’opera: secondo il giudice amministrativo nelle procedure avrebbero dovuto essere coinvolti sia l’autorità di regolazione dei trasporti (Art) che il Nars (Nucleo di consulenza per l’Attuazione delle linee guida per la Regolazione dei Servizi di pubblica utilità).

Fonte: Il Sole 24 Ore