
Portafogli con più azioni tech, real estate e digital asset. Meno private equity e liquidità
La guerra e le tensioni geopolitiche restano i grandi osservati e fonte di preoccupazione ma l’appetito per il rischio non si placa. Tech, intelligenza artificiale ma anche sport si fanno largo nelle scelte di investimenti anche se asset class più tradizionali (immobiliare in primis) tornano a rappresentare uno zoccolo duro nel portafoglio per assicurarsi un rendimento corrente. Pronti a sfruttare opportunità non si rinuncia a quel cuscinetto di liquidità che serve per cogliere l’attimo. Sono le principali evidenze dell’ultima ricerca di Goldman Sachs Group dedicata ai Family Office basato sulle opinioni di 245 decision-maker dei family office – il più alto livello di partecipazione nella storia della survey . Lo studio offre una panoramica completa su come i family office a livello mondiale stiano affrontando l’attuale complesso scenario degli investimenti. Il sondaggio si concentra sui family office istituzionali: il 67% degli intervistati ha un patrimonio netto di almeno 1 miliardo di dollari e in media il 70% delle esigenze di investimento viene gestito internamente. Il 47% degli intervistati risiede nelle Americhe, il 26% in EMEA (Europa/Africa) e il 27% in APAC (Asia/Pacifico).
Guerre, dazi e driver di crescita
Nonostante le preoccupazioni, i family office mantengono una forte esposizione ad asset rischiosi. I trend dell’asset allocation sono stabili, con modeste modifiche.Il 61% degli intervistati ha indicato i conflitti geopolitici come il principale rischio per gli investimenti, seguito dall’instabilità politica (39%) e dalla recessione economica (38%). %). La maggior parte considera ormai dazi più alti come la nuova normalità, con il 77% che prevede maggiore protezionismo economico e il 70% che ritiene che i dazi resteranno invariati o aumenteranno nei prossimi 12 mesi. Tuttavia, in generale i partecipanti alla survey continuano a ritenere che i driver fondamentali della crescita globale e i temi d’investimento di lungo corso restino sostanzialmente invariati.
L’asset allocation
Le azioni quotate sono tornate ai livelli del 2021, mentre il private equity ha registrato un calo a causa della debolezza delle exit. La variazione più significativa riguarda i family office nelle Americhe, con una quota del 25% in private equity rispetto al 22% in EMEA (Europa/Africa) e al 15% in APAC (Asia/Pacifico). Tuttavia, questa tendenza sta già iniziando a invertirsi, come mostrano i piani per le allocation future. Intanto sono aumentate le allocation in real estate & infrastrutture privati e nel private credit, evidenziando la domanda di rendimento corrente. Quasi la metà degli intervistati (44%) investe principalmente in real estate privato in via diretta, facendo leva sulla propria competenza operativa, mentre per le altre asset class alternative continua a fare affidamento soprattutto su gestori.
Così guardano l’asset allocation attuale rispetto all’analisi del 2023 l’azionario quotato sale al 31% dal 28% nel 2023, gli alternativi sono in calo dal 44 al 42% con il private equity ridimensionato dal 26 al 21%, il Private Real Estate & Infrastructure che salgono dal 9 all’11%, private credit in leggero aumento dal 3 al 4% e gli Hedge Fund stabili al 6%. il reddito fisso sale di un punto percentuale (dal 10 all’11%) , commodity e liquidità stabili rispettivamente all’1% e al 12%
In ascesa tech, digital asset e sport settori sotto la lente
A conferma della volontà di adottare l’innovazione e diversificare in nuove fonti di creazione di valore, oltre alla tecnologia, i family office sono sempre più attivi in ambiti come digital asset, secondari e sport. Quanto all’IA oltre la metà degli intervistati (58%) si aspetta di mantenere una sovraesposizione alla tecnologia nei prossimi 12 mesi; l’86% vi investe già e il 51% la utilizza nei processi di investimento, con attenzione crescente ai beneficiari secondari. Passando alle digital asset: un terzo (33%) investe in criptovalute (in aumento dal 26% del 2023), guidato dall’ afrea APAC dove il 39% valuta futuri investimenti; l’11% a livello globale usa le cryptovalute per la gestione dei rischi estremi. Il 72% dei family office investe in asset secondari (fondi di fondi in asset alternative), che possono offrire accesso a portafogli più maturi, una duration più breve e maggiore trasparenza. Tra i temi in crescita c’è lo sport: un tema in con il 25% dei family office che già investono in questo settore e un altro 25% che si dice interessato; il 71% si concentra nelle prime squadre delle più importanti leghe, mentre il 61% ritiene che media e contenuti siano il principale driver di valore in futuro. Il capitale duraturo dei family office consente loro di investire nell’innovazione. Inoltre, queste soggetti possono muoversi per primi quando emergono opportunità, restare investiti durante le fasi di drawdown e mantenere un orizzonte di lungo periodo su asset unici e portare avanti investimenti che richiedono anche un decennio o più per maturare, restando al contempo fedeli ai propri valori familiari.
Fonte: Il Sole 24 Ore