
Portofino in evoluzione tra hotel superlusso e spritz democratici
Portofino sembra ferma nel tempo: il promontorio con le ville milionarie, la piazzetta con le casette colorate, il porticciolo spartito tra i gozzi e i mega yacht. Anche le abitudini sembrano le stesse: il solito spritz al Bar Ugo, il risotto di mare della Trattoria Tripoli, i vip a cena dai Gemelli. Eppure il borgo del Tigullio è cambiato eccome negli ultimi anni, e potrebbe essere considerato un modello dell’alta villeggiatura italiana per conservazione, autenticità e gestione dell’overtourism. Che ci sia Madonna o un raduno di Ferrari in piazzetta, Portofino non teme invasioni: la sua capienza è a numero chiuso (la strada finisce lì e c’è un solo parcheggio pubblico) e quando la raggiunge chiude le porte. L’unica alternativa è arrivare via mare o a piedi. Quanto alla conservazione, il territorio è tutelato dal 1935 con l’istituzione del Parco di Portofino che comprende il parco naturale regionale e l’area marina protetta, nell’attesa di diventare presto un vero e proprio Parco nazionale. Anche l’autenticità è salva. Tutti si aspettano boutique, gioiellerie favolose e ville di vip nel borgo più lussuoso d’Italia, ma senza residenti, un luogo perde la sua quotidianità, il suo ritmo e la sua anima. Per evitare lo spopolamento nei periodi di calma, contraltare del sovraffollamento in alta stagione, il sindaco Matteo Viacava, lo scorso agosto, ha lanciato una campagna di promozione degli affitti da 175 euro al mese, con l’intenzione di aumentare i 355 abitanti e di mantenere il borgo vivo tutto l’anno.
Progetti per una villeggiatura in grande stile
Nel 2018, è arrivato Lvmh che, acquisendo il gruppo Belmond, è diventato proprietario dello storico hotel Splendido, a monte, e dello Splendido Mare in piazzetta, rinnovato nel 2020. E con il nuovo corso ha alzato il livello della ristorazione portando i fratelli Cerea, tra i primissimi italiani a prendere le tre stelle Michelin. Nel 2021 anche Carlo Cracco ha aperto il suo ristorante sul molo, e quest’estate il flower designer più famoso d’Italia – Vincenzo Dascanio – ha inaugurato un bistrot alla fine della calata, dove serve Pesto Champagne con gin, pinoli e basilico. Anche l’acquisto nel 2024 del “castello di Portofino” (Villa San Giorgio) da parte del finanziere libanese Nadim Nashi, partner di Four Seasons, apre nuove prospettive. Cosa ne farà: appartamenti da sogno? Un altro albergo di ultralusso?
Il grand hotel e il castelletto
La novità più attesa quest’anno è il completamento dello Splendido dopo due anni di lavori diretti dall’architetto Martin Brudnizki, che ha modernizzato gli interni con dettagli in vimini, lampade in vetro di Murano, trompe l’oeil bucolici. Tutto nuovo e mai esagerato: le stanze ridotte da 69 a 52 per dare più spazio, il bar Baratta Sedici, la piscina con gli ombrelloni arancioni, il Grill con un i tavoli apparecchiati su una terrazza panoramica e il menù ligure dal forno, dalla griglia e dall’orto dell’eco farm locale La Portofinese.
E la spa Dior, la prima in Italia, con trattamenti all’avanguardia, la zona trucco e capelli e una piacevole area relax sul rooftop. Intorno una selva mediterranea a strapiombo sul porto dai colori saturi di sole e luce ridisegnato dal paesaggista Marco Bay. A luglio, sempre di Belmond e sempre con interni di Brudnizki, ha inaugurato Villa Beatrice, un castelletto da prenotare in esclusiva (massimo 10 ospiti) con maggiordomo, discesa a mare privata (e chi conosce il posto sa che è privilegio rarissimo da queste parti) e una vista da sindrome di Stendhal.
Paraggi si fa chic
La rivoluzione griffata di è spinta fino a Paraggi, la minuscola insenatura dall’acqua color smeraldo, poco prima di Portofino. Nel giro di un paio d’anni le sue spiaggette – per le famiglie ai Bagni Bosetti, per i mondani al Carillon e per gli “sciuri” ai Bagni Fiore – sono cambiate. Niente più luisone e ghiaccioli rosa shocking, anche qui sono sbarcate le insegne famose, milanesi e internazionali. Il ristorante Vesta e i tessuti di Dolce & Gabbana da un lato, gli ombrelloni Dior e i piatti (deliziosi) di Langosteria dall’altro: al tavolo arrivano gazpacho con i gamberi crudi, fritto misto asciutto, paccheri al pesce e pomodoro, mentre si cerca la vista mare tra giocattoli in ferro, libri d’arte e conchiglie esotiche. Langosteria è la prova italiana di un brand che sa declinarsi in modo originale ovunque arrivi, da St Moritz alla Riviera ligure, da Porto Cervo a Londra e Miami, dove ha annunciato nuove aperture.
Fonte: Il Sole 24 Ore