Potenziale Inespresso e Strategie per il Futuro

Potenziale Inespresso e Strategie per il Futuro

Le startup e Pmi innovative negli ultimi dieci anni hanno confermato il loro enorme potenziale per lo sviluppo del Paese registrando una costante crescita. Stando al rapporto prodotto da Assolombarda, in collaborazione con InnovUp e Fondazione Ricerca e Imprenditorialità, il comparto ha generato dal 2012 oltre 210.000 nuovi posti di lavoro, con un valore prodotto di circa 40 miliardi di euro. Nonostante i numeri incoraggianti l’investimento del Paese nelle startup risulta però decisamente esiguo, se è vero che il venture capital, ossia il capitale finanziario che viene investito in queste nuove aziende, rappresenta solo lo 0,06% del Pil. Un dato di per sé sconfortante che assume ancora più rilevanza se paragonato alla media europea, attestata tra lo 0,25% e lo 0,3%. Per l’Italia questo divario rappresenta un’occasione mancata che evidenzia l’incapacità di sfruttare talento e innovazione per garantirsi un futuro più competitivo.

In questo contesto emerge anche il tema territoriale: la distribuzione delle startup italiane – e degli investimenti – appare fortemente sbilanciata verso il Nord, con la Lombardia che ne ospita ben il 27,5% del totale. Di queste il 72,5% è concentrato a Milano, accentuando il divario territoriale e il rischio di impoverimento delle altre province.

Rafforzare le startup significa investire nel futuro economico del Paese, aumentando il Pil e garantendo la creazione di nuovi posti di lavoro. Malgrado l’opzione abbia in sé una certa dose di rischio si tratta di una necessità imprescindibile anche per garantire la competitività dell’Italia a livello globale, specialmente in un momento di profonda incertezza economica e geopolitica.

Per l’economia nazionale le startup innovative non devono essere considerate un piano B ma un pilastro fondamentale per la crescita e la trasformazione tecnologica dell’intero sistema produttivo, avendo il potenziale per creare nuovi mercati, rivoluzionare i settori tradizionali e attrarre talenti e capitali internazionali. Senza un ecosistema solido e strutturato il rischio è che i migliori imprenditori italiani rivolgano il loro sguardo all’estero, privando di conseguenza il Paese di risorse strategiche.

Fonte: Il Sole 24 Ore