
Potenziati gli incentivi per le pompe di calore
Agevolare la posa di pompe di calore anche in aggiunta a una caldaia esistente, ma di installazione recente, con un’età non superiore a cinque anni. È una delle novità contenute nel decreto di recepimento della direttiva Red III (2023/2413), esaminato ieri dal Consiglio dei ministri. Ha, in generale, l’obiettivo di incrementare la quota di rinnovabili utilizzate in diversi settori: industria, trasporti, edilizia. E chiude una procedura di infrazione avviata nei confronti dell’Italia. Slitta, invece, il recepimento della direttiva Eed (2023/1791).
L’allineamento alle norme Ue
Il termine per il recepimento della Red III era, infatti, fissato al primo luglio del 2024. L’inerzia del nostro paese ha portato una serie di richiami da parte di Bruxelles: l’ultimo è datato 23 luglio di quest’anno. Ora, però, l’Italia si allinea alle norme comunitarie. Per riscaldamento e raffrescamento la quota di rinnovabili tra il 2026 e il 2030 dovrà aumentare dell’1,1% all’anno. Il 5% della capacità installata al 2030 dovrà provenire da tecnologie innovative: eolico off shore a fondazioni galleggianti, fotovoltaico galleggiante, fotovoltaico ad alta efficienza, idrogeno verde e celle a combustibili, solare termodinamico, energie marine e geotermia avanzata.
Le rinnovabili
La quota di rinnovabili prodotta negli edifici dovrà essere pari ad almeno il 40,1% entro il 2030. Per l’industria l’aumento della quota di fonti rinnovabili «sul totale delle fonti energetiche usate a scopi finali energetici e non energetici» dovrà essere di almeno 1,6 punti in media dal 2026 al 2030. Nei trasporti le rinnovabili dovranno arrivare al 29% entro il 2030: tra queste sono inclusi biocarburanti, biometano e biogas.
Tutti questi obiettivi generali vengono declinati attraverso previsioni specifiche dedicate ai diversi settori all’interno del decreto di recepimento. Nell’ambito delle biomasse, ad esempio, viene introdotto il principio dell’uso a cascata: prima che alla produzione di energia, il legno dovrà essere usato per altre destinazioni, come la realizzazione di mobili o il riciclo.
L’edilizia
Un ampio capitolo viene dedicato all’edilizia. E qui si parla, tra le altre cose, di ristrutturazioni. In caso di ristrutturazione degli impianti termici negli edifici (non il semplice cambio del generatore, ma opere di grande trasformazione, come il passaggio da riscaldamento centralizzato ad autonomo o la sostituzione dei termosifoni con riscaldamenti a pavimento), almeno il 20% dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria dovrà essere coperta da rinnovabili. Vuol dire che non sarà possibile utilizzare una caldaia a condensazione, ma almeno un sistema ibrido (caldaia + pompa di calore).
Fonte: Il Sole 24 Ore