«Preferiamo i bond investment grade in euro»

«Preferiamo i bond investment grade in euro»

Paul Saint-Pasteur, gestore del Team Global Fixed Income di Payden & Rygel, delinea un quadro del mercato obbligazionario a livello globale mostrando una netta preferenza per i titoli corporate rispetto ai governativi. Positiva la view sulla Spagna e sui bond investment grade in euro. Neutralità sull’Italia.

Nell’attuale scenario di mercato, sul debito di quali Paesi dell’area euro può essere interessante investire?

Da un punto di vista fondamentale, la Spagna è uno dei nostri Paesi preferiti. L’economia mostra resilienza grazie a un mercato del lavoro in miglioramento, buona domanda interna ed esportazioni solide. A livello fiscale, il Paese sta registrando progressi, in contrasto con il peggioramento di economie più grandi come la Francia. Ciò potrebbe favorire un upgrade del loro rating. Tuttavia, questi miglioramenti sono già in parte riflessi nei rendimenti dei titoli di Stato spagnoli.

E qual è la vostra posizione sul debito italiano? La nuova emissione di BTp può essere interessante?

Al momento siamo neutrali sul debito italiano. I BTp appaiono costosi in termini di valutazione, ma i fondamentali sono in fase di miglioramento. Preferiamo l’esposizione all’Italia tramite obbligazioni societarie. A livello macro, la crescita attesa resta modesta, ma il deficit potrebbe ridursi, e un contesto politico stabile potrebbe favorire un miglioramento del rating. Un allargamento degli spread sui BTp rappresenterebbe un’opportunità per aumentare l’esposizione.

Tra corporate e governativi cosa preferite?

In questo contesto, preferiamo il debito societario rispetto ai titoli di Stato. Riconosciamo che le valutazioni delle obbligazioni societarie siano leggermente care, ma riteniamo che il carry possa essere un buon modo per aumentare i rendimenti, nei prossimi mesi. Con i rischi di insolvenza ancora limitati e i fondamentali relativamente solidi, manteniamo un sovrappeso sulle obbligazioni societarie rispetto a quelle governative, ponendo grande enfasi su un’attenta selezione dei titoli.

Fonte: Il Sole 24 Ore